Valverde non può correre in Italia? Bene, nessun corridore italiano potrà correre a Murcia, regione natale del corridore sospeso per due anni in Italia dalla Procura Antidoping, per il suo coinvolgimento nell«affaire Puerto». Il Tas, il tribunale dellarbitrato sportivo, al quale si è rivolto il corridore murciano per opporsi al provvedimento italiano, dovrebbe esprimersi nelle prossime settimane, e sembra orientato ad affermare che «il Coni ha operato correttamente» secondo la legislazione italiana e i regolamenti antidoping. Ma non è tutto: laltro dibattimento è in programma dal 18 al 21 marzo (Uci e Wada contro Valverde e la Federciclo spagnola) e una nuova sconfitta potrebbe costare al corridore murciano lestensione a tutto il mondo della squalifica italiana (2 anni, dall11 maggio 2009).
Intanto, però, ci troviamo davanti ad una presa di posizione incredibile che se non fa discutere, certamente fa sorridere. Dopo averne viste di tutti i colori, una nuova lacuna è stata colmata nel mondo del ciclismo moderno: finalmente è arrivata la ripicca di cortile, la vendetta infantile, lo sgarbo capriccioso. Paco Guzmán, organizzatore della Vuelta a Murcia che si disputerà dal 3 al 7 marzo, ha confermato al sito spagnolo «biciciclismo.com» che nessuna squadra italiana è stata ammessa alla corsa in segno di solidarietà con Alejandro Valverde. «Valverde non può correre in Italia, e le squadre italiane non correranno a Murcia, che è la patria di Alejandro». Il vero capolavoro è che non solo non correranno le squadre italiane, ma non ci saranno nemmeno quelle squadre spagnole (mancata intesa tra team e organizzatori), e di conseguenza non ci sarà nemmeno lui, Alejandro Valverde, che corre nella spagnola Caisse dEpargne...
La commedia finisce in farsa, quando si viene a sapere che le squadre italiane non sono state invitate per una semplicissima ragione: nessuna di loro ha chiesto di correre, in quanto la Vuelta Murcia è concomitante con LEroica (6 marzo), organizzata da Gazzetta dello Sport.
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