
I punti chiave
Quella che alcuni considerano la tappa regina di questo Giro d’Italia non ha deluso le aspettative degli appassionati, offrendo gran battaglia sull’ultima salita verso il traguardo di Tagliacozzo. Il più soddisfatto è chiaramente Juan Ayuso, che con un attacco perentorio a poche centinaia di metri dall’arrivo saluta la compagnia e vince da solo. Il favorito d’obbligo Primoz Roglic si riprende la maglia rosa ma non è apparso al meglio. Il Giro d’Italia, insomma, non ha ancora un padrone.
Con molti atleti acciaccati dopo la grave caduta di ieri, la tappa è vissuta di una fuga a sette con ben quattro ciclisti azzurri che sono riusciti a rimanere in testa fino all’ascesa finale. A fare incetta di punti per la classifica scalatori l’inglese della Jayco-Alula Paul Double ma i fuochi di artificio arrivano negli ultimi chilometri. Ci prova più volte Giulio Ciccone ma viene sempre ripreso, con il vento contrario che complica le cose. Mentre tutti aspettano l’attacco di Roglic, la zampata la mette il capitano della Uae, che stacca tutti ed arriva da solo, precedendo il compagno di squadra Del Toro e Bernal. La maglia rosa va al campione sloveno ma con pochi secondi di distacco da Ayuso.
Com’è andata la tappa
Il primo arrivo in salita di questo Giro arriva proprio mentre i ciclisti si stanno ancora leccando le ferite dopo la caduta di gruppo di ieri, che ha tolto a Primoz Roglic uno dei suoi gregari più importanti. Specialmente in tappe come quella di oggi, dove le salite non mancheranno di sicuro, l’assenza di Jai Hindley si farà sentire in casa Red Bull Bora-Hansgrohe. Alla vigilia, dichiarazioni bellicose da parte di Juan Ayuso, ansioso di lasciare il segno con la sua Uae Team Emirates sul Giro d’Italia ma l’attenzione di tutti è riservata al trio di salite davvero toste che aspettano i ciclisti. Appena si abbassa la bandiera, si inizia subito a salire verso Roccaraso e ci prova subito Jay Vine, nonostante le conseguenze della caduta di ieri che avevano fatto temere il suo ritiro. La Red Bull tiene la situazione sotto controllo ma sono molti gli atleti, Kooij in testa, che faticano fin da subito a tenere il passo del gruppo. Il primo GpM se lo porta a casa il leader della classifica scalatori Lorenzo Fortunato, in palla nonostante le fasciature evidenti dopo la caduta di ieri. Il duello tra Uae e Red Bull è il fil rouge di questa tappa ma Pedersen si fa vedere sul falsopiano: le possibilità di conservare la testa della generale sono poche ma il danese prova ad onorare la maglia rosa.

Ci vuole qualche chilometro e la pioggia sulla strada prima di vedere la prima fuga di giornata: la fuga ha quasi due minuti di vantaggio nell’avvicinamento al secondo GpM di giornata, quello che porta al Monte Urano. Tanto lavoro per l’azzurro Moscon, mentre Tonelli si aggiudica i punti sul traguardo volante di Sulmona: zero chances, invece, sul traguardo in salita, visto che Paul Double ne ha più di tutti. Il britannico della Jayco-Alula risale fino al terzo posto nella classifica scalatori ma gli sconvolgimenti nella corsa alla maglia blu sono solo all’inizio. La lunga salita che porterà a Vado della Forcella mette a dura prova le gambe di molti: il gruppo non spinge e lascia che il distacco coi sei fuggitivi aumenti fino a 3’30”, con la Red Bull che non vuole sprecare troppe energie così presto. Senza la pressione del gruppo, Paul Double ha vita facile nel portarsi a casa il massimo dei punti anche sul secondo GpM: l’inglese è ora secondo a 22 punti da Fortunato. Movimenti in testa al peloton, con la Lidl-Trek che si fa vedere per agevolare il compito di Giulio Ciccone: se Tonelli si prende i punti sul traguardo volante di Ovindoli, il passo del gruppo inizia ad aumentare, causando una caduta banale che rischia di costare cara a Romain Bardet.

Con l’ultimo traguardo volante all’orizzonte, il vantaggio dei fuggitivi scende progressivamente: nel frattempo, i sofferenti Bardet e Gaudu faticano a riprendere il gruppo, nonostante l’aiuto dei compagni di squadra. Cristian Scaroni ha un problema meccanico e perde contatto con la fuga, riuscendo a rientrare con un grosso sforzo: il peloton alterna forcing a lunghe pause, tanto da far rimanere i sette di testa a circa 1’30” di distacco. Bardet rientra in gruppo per poi farsi medicare, mentre Gaudu perde tantissimo terreno ma, con l’aiuto dell’intera Groupama, riesce ad evitare il peggio. I secondi di abbuono in palio se li prendono gli azzurri Tarozzi e Tonelli ma il vantaggio è poco più di un minuto: ad alzare il ritmo per Ciccone ci pensa la maglia rosa Pedersen, pronto a rendere il favore al compagno di squadra prima di farsi sfilare. La fuga viene ripresa a cinque chilometri dalla fine, quando le squadre top iniziano a lottare per le posizioni per le rampe finali, davvero molto dure. Se il lavoro della Ineos e Bahrain fa selezione, Vacek e Ciccone si fanno vedere per primi ma Roglic e Ayuso sono pronti a dare la zampata vincente, nonostante un fastidioso vento contrario. A poco più di un chilometro parte Giulio Ciccone ma è subito ripreso: l’attacco decisivo lo lancia a poche centinaia di metri dal traguardo Juan Ayuso, che saluta la compagnia e stacca tutti. Impressionante che Primoz Roglic non riesca a rispondere e sia apparso in leggera crisi: la maglia rosa va sulle spalle dello sloveno ma con solo sei secondi di vantaggio sullo spagnolo.
La prossima tappa
L’ottava tappa del Giro d’Italia 2025 è un classico della corsa rosa, con tante salite più o meno dure. I 197 chilometri che porteranno la carovana da Giulianova a Castelraimondo sembrano adatti ad una fuga organizzata ma le squadre dei ciclisti top saranno attente: una vittoria qui potrebbe fare la differenza all’arrivo a Roma. Seconda giornata consecutiva con parecchie salite, 3.700 metri di dislivello complessivo distribuiti equamente durante il percorso. Scalatori e puncheurs punteranno ad una fuga ma difficile che il peloton li lasci fare. In una tappa del genere sarà fondamentale tenere la situazione sotto controllo, sia sugli sterrati che sulle salite finali.

La salita che molti avranno cerchiato in rosso è quella che porta a Sassotetto, 13 chilometri al 7% di pendenza media ma una volta scollinati rimarranno ancora 91 chilometri fino all’arrivo. Attenzione anche alla salita di Montelago, 5,5 chilometri al 6,9% di pendenza media ma gli ultimi 20 chilometri di questa tappa complicata avranno altre due salite non indifferenti.
A Castel Santa Maria salita breve ma piuttosto secca con un traguardo volante in vetta mentre il finale sembra adatto ad azioni importanti. La salita di Gagliole è breve, solo 600 metri, ma all’8% di pendenza: la discesa che porterà all’ultimo chilometro potrebbe agevolare i fuggitivi.
La classifica
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