Giro d’Italia, sorpresa in volata. Trionfa l’azzurro Jonathan Milan

Sul traguardo di San Salvo è volata di gruppo come previsto. Nessuno però si aspettava che a trionfare sarebbe stato il campione olimpico sull'inseguimento. Il ciclista della Bahrain Victorious ha il meglio sui favoriti e coglie la prima vittoria al Giro

Fonte: Twitter (@giroditalia)
Fonte: Twitter (@giroditalia)

Volata doveva essere e volata è stata. Ad alzare le braccia al cielo sul traguardo della seconda tappa del Giro d’Italia è però un ciclista che non ti aspetti. Invece dei tanti specialisti, la spunta con uno scatto perentorio e poderoso uno degli eroi di Tokyo, l’azzurro Jonathan Milan. La potenza dell’ex pistard è nettamente superiore a quella dei rivali e vale la prima vittoria azzurra nella corsa rosa.

Alla partenza spazio per una fuga di un gruppetto di ciclisti che rimane avanti fino al finale, giocandosi tra di loro i due traguardi volanti ed i due GPM. Il gruppo non spinge e li tiene a distanza fino a 40 chilometri dall’arrivo, quando entrano in azione i treni dei velocisti. Una caduta nel finale rovina i piani di alcune squadre ma ci si gioca tutto negli ultimi 500 metri. Gaviria parte bene ma viene sorpreso dall’azione dell’azzurro, che impone la sua legge e mette le ruote davanti a tutti. Prima vittoria di tappa per Milan, che doppia l’oro di Tokyo nell’inseguimento.

Il tracciato

La seconda tappa del Giro d’Italia numero 106 è considerata da tutti una delle poche occasioni buone per gli specialisti delle volate, che sperano di giocarsi il tutto per tutto in una volata di gruppo. L’altimetria mostra un tracciato non del tutto piano, con qualche collina non impossibile a movimentare i primi due terzi della tappa. Visti gli ultimi 70 chilometri senza grosse asperità, difficile che una fuga arrivi fino al traguardo ma tutto è possibile.

Giro Italia 2023 tappa 2 altimetria
Fonte: Cyclingpro.net

Se velocisti ed uomini di classifica faranno il possibile per arrivare quanto più riposati possibile al finale di tappa, chi pensa alla classifica a punti o a quella degli scalatori potrebbe farsi ingolosire dai due traguardi volanti e dai due GPM di quarta categoria poco dopo la metà della tappa. I punti a disposizione non sono tantissimi ma a questo punto tutto fa brodo. In vista del finale possibili le azioni di disturbo, specialmente se il vento dovesse creare qualche problema.

La lunga fuga

Già dalla partenza di Teramo, un gruppetto di ciclisti saluta la compagnia, dando il via ad una fuga. Viste le prime asperità e la tanta stanchezza da recuperare dopo la lunga cronometro di sabato, il gruppo lascia fare, consentendo ai fuggitivi di accumulare oltre 4 minuti di vantaggio. Oltre a Lapeira e Champion, tre italiani a tirare la fuga, Mattia Bais della Eolo-Kometa, Stefano Gandin della Corratec-Selle Italia ed Alessandro Verre dell’Arkéa-Samsic. Il gruppo ci mette parecchio per organizzarsi ma, alla fine, sono le squadre dei vari velocisti a guidare la rimonta, per contenere il vantaggio dei fuggitivi. Trek-Segafredo, Alpecin-Deceuninck e Movistar si prendono sulle spalle il peloton, naturalmente per portare i propri campioni in condizione ideale per lo sprint. A parte Pedersen, Groves e Gaviria, piuttosto attiva anche l’Astana per Cavendish e la DSM dell’azzurro Alberto Dainese che, però, prima della partenza ha confermato che avrebbe lavorato per il compagno di squadra Mahyrhofer.

Fuga tappa 2 screenshot

Si capisce subito che i fuggitivi intendono tenere duro per mettere in cascina punti buoni per la classifica degli scalatori. Verre prova ad attaccare a qualche chilometro dal primo GPM di Silvi Paese, un categoria 4 dalla pendenza media del 6%. L’azzurro, però, parte in maniera troppo aggressiva e troppo da lontano, dando la possibilità agli altri di organizzarsi e richiudere il buco. Verre prova ancora ad un chilometro dal GPM ma viene ripreso dai compagni di fuga, con lo sprint che viene vinto facilmente dal francese Lapeira, che si porta a casa i 3 punti. Verre si alza sui pedali e lascia andare i fuggitivi, una scelta abbastanza discutibile viste le tante energie spese. Gandin si aggiudica il traguardo volante di Pescara per poi ripetersi ancora qualche chilometro più avanti, portando a casa il punteggio massimo per la maglia ciclamino. Con il gruppo dietro di un paio di minuti, spazio per il nuovo sprint sul secondo GPM di categoria 4 a Ripa Teatina: i fuggitivi provano a marcare stretto Lapeira che, stavolta, parte da lontano. Champion prova a reggere ma il transalpino riesce ad avere ancora la meglio, portandosi in testa nella classifica degli scalatori.

Sul traguardo trionfa Milan

Il gruppo tiene i tre fuggitivi a circa un minuto di distacco, senza spingere troppo per evitare il pericolo di qualche fuga o azione di disturbo. Attorno ai 50 chilometri dall’arrivo i fuggitivi rallentano vistosamente, per poi provare qualche strappo prima di essere ripresi dal gruppo. Particolarmente attivo Champion, che alla fine trova la collaborazione di Bois e Gandin. Il vento sulla costa è quasi a zero, un problema in meno per i velocisti sul traguardo. Il gruppo riprende i fuggitivi a 38 chilometri dall’arrivo, aprendo il fianco a possibili nuovi attacchi. Il peloton continua ad essere controllato dalle solite quattro squadre; Movistar, Alpecin, Trek e DSM si preparano ad un finale sicuramente non semplice.

Gruppo Giro tappa 2
Fonte: Twitter (@giroditalia)

Il gruppo inizia ad accelerare progressivamente ma si tratta solo delle prime schermaglie prima del finale di tappa, quando sarà fondamentale arrivare al meglio negli ultimi 5 chilometri. Calma piatta nel peloton, con la Soudal-QuickStep e la Jumbo-Visma in avanti a scanso di equivoci. Caduta in coda al gruppo che anima un attimo l’avvicinamento al finale di tappa ma la velocità rimane sotto i livelli di guardia, almeno fino ai 10 chilometri, quando arriva il cambio di passo. Il gruppo di allunga, con l’Alpecin a comandare le operazioni dopo il cartello dei 5 chilometri. Finale nervoso quello della tappa, con una rotatoria e due curve da affrontare al meglio.

Come temuto da molti, c’è spazio per una brutta caduta che coinvolge diversi ciclisti sulla destra del gruppo, prima della neutralizzazione dei tempi. Gruppo sgranato, la vittoria se la giocheranno una cinquantina di ciclisti.

La Alpecin parte da lontano ma Gaviria non riesce a trovare la spallata giusta. Dal nulla spunta il treno della Bahrain Victorious, che mette Jonathan Milan in condizione ideale. L’azzurro ne ha più di tutti e riesce a cogliere il suo primo trionfo al Giro d’Italia.

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