
La tappa regina del Giro d’Italia, con ben tre GpM di prima categoria, vede protagonista il gran caldo, che aiuta la maglia rosa a difendersi dagli attacchi di Simon Yates e Richard Carapaz. Isaac del Toro, aiutato alla grande da Majka e McNulty, risponde a tono ai tentativi dei rivali di staccarlo sul Col de Joux e chiude la tappa guadagnando un paio di secondi da Carapaz e 23 da Yates. La vittoria di tappa va al francese Nicolas Prodhomme, che stacca Antonio Tiberi e si invola verso il traguardo di Champoluc con un’azione impressionante.
Gran prova quella del ciclista della Decathlon-Ag2r, che stringe i denti sull’ultima salita e vince in splendida solitudine. A sorridere più di tutti sarà il giovane messicano, che temeva le lunghe e dure salite di questa tappa massacrante e si giocherà la maglia rosa nell’ultima tappa di montagna, con l’arrivo al Sestriere che potrebbe incoronare il vincitore di questo emozionante Giro d’Italia 2025.
Buon Tiberi, Del Toro in forma
Il gruppo si presenta alla partenza a Biella dopo aver ricaricato le batterie in vista di quella che potrebbe essere la tappa decisiva per la corsa alla maglia rosa. La sfida a distanza tra Richard Carapaz e Isaac del Toro sicuramente sarà il fil rouge di questa tappa massacrante, con ben cinque salite importanti da affrontare. L’ex vincitore del Giro sembra lo scalatore più forte, specialmente su ascese lunghe e dure come quelle di oggi, mentre il messicano è più esplosivo e dovrà difendere con le unghie e coi denti i 41 secondi di vantaggio nella generale. Non ci vuole molto perché partano i primi attacchi, già ai piedi della prima salita di giornata, il Croce Serra: se Van Aert viene rapidamente ripreso, l’azione guidata da Steinhauser, Cattaneo e Prodhomme riesce a guadagnare una trentina di secondi dal gruppo. A 150 chilometri dall’arrivo, è proprio l’azzurro a prendersi i punti per la classifica scalatori ma la discesa potrebbe rimescolare le carte. I tanti attacchi nella vallata non cambiano la situazione: il quartetto di testa viene tenuto a distanza di sicurezza dal gruppo ma alla fine una quindicina di ciclisti si stacca dal peloton per provare a riprendere i battistrada. La fuga viene ripresa ai piedi del Col Tzecore, il primo dei tre GpM di 1a categoria che arriveranno uno dietro l’altro: i 33 ciclisti hanno 1’16” di vantaggio sul gruppo e tra di loro ci sono parecchi scalatori importanti, da Tiberi a Bardet, da Bilbao a Scaroni.

La salita è troppo dura per Groves, Pedersen e Affini, che perdono contatto sulle prime rampe: il ritmo è piuttosto elevato, consentendo ai fuggitivi di allungare a 2’30” sul gruppo. Van Aert non riesce a rimanere nella fuga, che a 100 chilometri dall’arrivo è ora composta da 20 ciclisti: alle loro spalle, la Uae della maglia rosa mantiene il controllo della situazione nel peloton. A pochi chilometri dal GpM, perentorio scatto di Scaroni che si porta a casa i punti per la classifica scalatori: la distanza dal compagno di squadra Fortunato è enorme, tanto che il bolognese è vicino alla certezza matematica della maglia azzurra. Sulla discesa, il distacco dal gruppo sale a 3’40” ma, con 80 chilometri da affrontare, la situazione è ancora molto fluida. Ai piedi del Saint-Pantaléon, infatti, l’azione della Red Bull Bora nel peloton aumenta il ritmo, rosicchiando secondi su secondi dai fuggitivi. Sull’ascesa verso il secondo GpM di 1a categoria, azione importante di Harper, cui rispondono Tiberi, Bilbao e Steinhauser, che prendono il largo: a complicare le cose, le temperature sopra i 30 gradi e l’assenza di vento, particolarmente fastidiosa per un accaldato Bardet. Se il francese si fa riprendere dal gruppo, in evidenza la Visma di Simon Yates ma occhio anche alla squadra di Derek Gee, che potrebbe provare a scalare la generale. Carapaz e Del Toro sono comunque vicini alla testa del gruppo, pronti a tamponare ogni azione.

Del Toro risponde a Carapaz
L’ascesa verso il Saint-Pantaléon vede il vantaggio della fuga calare a due minuti: a 60 chilometri dall’arrivo e con tante salite da affrontare, le possibilità di arrivare al traguardo non sono molte. Se i crampi costringono Harper a mollare, gli attacchi di Prodhomme e Tiberi causano scompiglio tra i fuggitivi. Il francese è il primo ad arrivare sul GpM, seguito a ruota da Verona mentre Arrieta e Tiberi arrivano a qualche secondo per distacco: l’azzurro si rifa sotto ai battistrada sulla discesa, con il gruppo a circa 2’20” di distacco. Nel frattempo, festeggia Lorenzo Fortunato: al bolognese basterà arrivare a Roma per assicurarsi la vittoria nella classifica scalatori. L’avvicinamento alla penultima salita di giornata, il Col de Joux, vede gli uomini classifica prepararsi al peggio: probabile che l’attacco decisivo arrivi qui più che nella salita finale, decisamente più pedalabile. La variabile impazzita che potrebbe rimescolare le carte è il gran caldo: vedremo chi tra Del Toro, Carapaz e Yates saprà gestirlo al meglio. Ancora prima dell’inizio della salita, Tiberi e Verona si staccano e provano l’azione solitaria, venendo raggiunti poco dopo da Prodhomme: poco alla volta guadagnano 35 secondi sugli inseguitori e 3’12” sul peloton, un vantaggio interessante visto che restano da percorrere poco più di 30 chilometri.

Nel gruppo si consolida l’alleanza tra Visma ed Ef, ansiose di mettere sotto pressione la maglia rosa e preparare la zampata al momento giusto. A scompaginare le carte arriva l’attacco di Prodhomme, che prima stacca Tiberi e poi anche Verona ma il francese guadagna un minuto di vantaggio. Il gruppo, con le squadre dei top che alzano progressivamente il ritmo, vede l’attacco di Pellizzari rapidamente rintuzzato. Messa meglio di tutti a 5 chilometri dal GpM è chiaramente la maglia rosa, che ha ancora Majka e McNulty a dargli una mano a rispondere alle accelerazioni dei rivali. Mentre Prodhomme si avvicina al GpM arriva il primo attacco di Carapaz ma l’ecuadoregno non spinge fino in fondo, visto che Del Toro e Yates rispondono immediatamente. È invece Majka a rintuzzare il nuovo tentativo di Pellizzari ma la Uae riesce ad arrivare in cima al Col de Joux senza aver perso nemmeno un secondo nei confronti dei rivali della maglia rosa. Mentre tutti gli uomini della top 10, a parte Adam Yates, sono nel gruppo di Del Toro, Prodhomme allunga nella breve discesa ad oltre 1’15” di vantaggio. Prima dell’ultimo GpM di Antognod, nuovo attacco di Carapaz, con Del Toro che non concede un centimetro al rivale. Mentre Prodhomme vince in solitaria la tappa, la maglia rosa beffa il rivale all’arrivo, strappandogli la seconda posizione e guadagnando due secondi su Carapaz grazie agli abbuoni. Simon Yates, invece, perde ben 23 secondi.

La prossima tappa
Come da tradizione, la penultima tappa del Giro offrirà uno scenario impagabile per il duello finale per la maglia rosa. Proprio su queste salite, nel 2018, Chris Froome si prese il Giro schiantando Simon Yates e anche quest’anno le cose potrebbero andare così. A complicare ulteriormente le cose, il fatto che buona parte dei 4.400 metri di dislivello siano concentrati nel finale di tappa. Ad aprire le danze a 90 chilometri dal traguardo il Col de Lys, dove potrebbero arrivare i primi attacchi ma questa è solo la prima delle insidie dei 205 chilometri che porteranno da Verres a Sestriere.

Il momento chiave della tappa sarà sicuramente il Colle delle Finestre, un’ascesa di un’ora con ben 7 chilometri di sterrato che potrebbe frantumare il peloton: una crisi qui, anche se il traguardo è ancora a 28 chilometri, potrebbe costare carissima. L’ascesa finale verso Sestriere inizia con un falsopiano ma gli ultimi 10 chilometri sono al 5% di pendenza media, con alcune rampe davvero dure.
Considerata la fatica accumulata nelle gambe, questa potrebbe essere la salita più dura del Giro e consegnare al migliore la maglia rosa più importante, quella da vestire a Roma.
La classifica
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