
Maggio per gli appassionati delle due ruote vuol dire Giro d’Italia. L’edizione 108 della corsa rosa spera di conquistare i cuori dei tifosi e fornire qualche gioia ai tifosi azzurri dopo una lunga e complicata crisi. Nelle tre settimane che porteranno all’arrivo a Roma del 1° giugno, la carovana del Giro risalirà la penisola dopo le prime tre tappe in Albania, lungo un tracciato pieno di insidie per i ciclisti impegnati. Sebbene molti si lamentino che solo uno dei “big four” del ciclismo mondiale sarà presente, la lotta per vestire la maglia rosa sarà comunque piena di colpi di scena. Vediamo quindi cosa aspettarsi da questo Giro d’Italia, le tappe cruciali, i favoriti e come seguire in diretta.
Percorso tosto, pieno di insidie
I 184 ciclisti che si presenteranno alla Grand Depart di Durazzo sanno bene che per succedere a Tadej Pogacar nell’albo d’oro dovranno sudare le proverbiali sette camicie. Come da tradizione, le 21 tappe che comporranno il Giro numero 108 saranno un mix di alta montagna, cronometro e le sempre più popolari strade bianche. Tutto all’insegna della varietà, con successioni massacranti di vette e tappe più complicate da decifrare, specialmente nella seconda metà della gara. Se l’intenzione di chi ha disegnato il tracciato era quella di scompaginare le carte, c’è riuscito in pieno, fin dalle prime tre tappe in Albania, paese che ospita per la prima volta un Grand Tour. La Durazzo-Tirana ha tre GpM, uno dei quali dopo una salita lunga che potrebbe causare più di un problema mentre altri temono la cronometro del giorno dopo, 13 chilometri con una salita spacca-gambe a metà. L’ultima tappa albanese, nelle colline attorno a Valona, sembra fatta apposta per le fughe, con una seconda metà di gara complessa.

Il primo arrivo buono per i velocisti arriverà a Lecce mentre più difficile capire come potrebbero andare le cose a Matera e Napoli prima dell’arrivo in quota a Tagliacozzo, che metterà alla prova le gambe dei contendenti per la classifica generale. La fine della prima settimana di gara completa vedrà una delle tappe più affascinanti di questa edizione, con l’arrivo a Siena in quella che molti chiamano una “mini Strade Bianche”. I 30 chilometri di sterrato potrebbero causare parecchie sorprese, specialmente se il meteo non dovesse collaborare. Se la cronometro Lucca-Pisa è piuttosto semplice, la 11a tappa vedrà una salita davvero brutale, 14 chilometri all’8% di pendenza media prima di un trio di tappe non particolarmente complicate prima che la seconda settimana si chiuda con la prima tappa di alta montagna. Prima di arrivare ad Asiago, infatti, i ciclisti sopravvissuti dovranno affrontare sia il Monte Grappa che la salita verso Dori.

Ultima settimana da incubo
Prima di lasciare le Dolomiti e riportarsi verso un finale tra Val d’Aosta e Piemonte, la settimana finale del Giro di apre con una tappa davvero massacrante: prima della salita finale del San Valentino ci saranno altri quattro GpM, in una giornata fatta apposta per gli scalatori. Nonostante l’assenza del previsto Stelvio, la tappa che porterà a Bormio non va presa sottogamba: impossibile farlo quando devi affrontare nella stessa giornata sia il Passo del Tonale che quello del Mortirolo, anche se dal versante meno duro. Giusto il tempo di lasciare campo libero ai velocisti con l’arrivo a Cesano Maderno prima di un finale che potrebbe rivoluzionare la classifica generale. Si partirà venerdì 30 maggio con la Biella-Champoluc, una tappa da prendere con le molle, fatta di salite e discese molto tecniche nonché ripide: il trio del Col Tzecore, Saint Pantaleon e Joux metterà a dura prova le gambe degli uomini classifica.

Al contrario di quanto avvenuto negli ultimi anni, la tappa regina del Giro sarà proprio quella prima della passerella nella capitale, dove si potrebbero decidere i destini della classifica generale. La Verres-Sestriere vede una partenza non impossibile per chiudere con un crescendo di difficoltà da far tremare i polsi. Nel 2018 furono proprio queste salite a far andare in tilt Simon Yates, consegnando la vittoria finale a Chris Froome e quest’anno le cose potrebbero seguire lo stesso copione. Dopo la tosta salita del Colle del Lys, toccherà al Colle delle Finestre, una salita mostruosa da quasi un’ora con pendenza media del 9% e sette chilometri di sterrato. Le ultime notizie dal meteo sembrano tranquillizzare chi temeva che la tanta neve rendesse impraticabile questa salita, capace di far perdere minuti su minuti ai non specialisti. Una volta decisi i destini delle varie classifiche, ci sarà spazio per l’ultima occasione per i velocisti, il circuito romano che, in onore di Papa Francesco, partirà proprio da Città del Vaticano.
Roglic favorito d’obbligo
Nell’avvicinarsi al primo Grand Tour della stagione, impossibile sottrarsi al giochino del toto-vincitore, specialmente considerato che quest’anno il compito sembra apparentemente più semplice del solito. Ad aiutare non poco il fatto che solo uno del quartetto di campioni che sta dominando da anni il mondo del ciclismo sarà presente alla partenza in Albania: Pogaçar, Vingegaard ed Evenepoel hanno, infatti, preferito concentrarsi sul Tour, snobbando il Giro. Primoz Roglic, invece, ha deciso di provare a ripetere l’impresa del 2023 e guidare la Red Bull-Bora Hansgrohe nella corsa rosa: la squadra che avrà a disposizione è di tutto rispetto, con gente del calibro di Daniel Martinez, Jai Hindley e la stella nascente del ciclismo italiano Giulio Pellizzari ad aiutarlo ad arrivare in maglia rosa a Roma.

L’inizio di stagione del campione sloveno è stato segnato dalla vittoria alla Volta a Catalunya di fine marzo, considerata da molti la prova generale del Giro. Roglic ha preferito diradare gli impegni nei primi mesi della nuova stagione, concentrandosi sulla preparazione fisica in vista della corsa rosa e non è apparso particolarmente dominante in Catalogna. Il recordman di vittorie alla Vuelta ha faticato molto a liberarsi da una pattuglia di rivali spagnoli molto agguerrita, con Juan Ayuso arrivato a soli 28 secondi di ritardo. D’altro canto, aver risparmiato le gambe nel mese d’aprile, potrebbe aiutarlo a gestire meglio le forze nelle tre settimane massacranti su e giù per l’Italia. L’aiuto dei gregari potrebbe fare la differenza, come il fatto che lo sloveno sia più veloce nelle cronometro rispetto a diversi dei suoi rivali. Resta l’unica, grande, incognita della terza settimana: riuscirà Roglic ad evitare quei collassi repentini che, in passato, gli sono costati più di un Grand Tour?
Un trio di possibili rivali
Vista l’assenza di tre dei “cannibali” del ciclismo moderno, molti saranno disposti a tutto pur di non lasciarsi sfuggire l’occasione di entrare nel novero dei vincitori di un Grand Tour. Il rivale più accreditato di Roglic è senza dubbio il giovane spagnolo Juan Ayuso, reduce dalla vittoria della Tirreno-Adriatico qualche settimana fa. Nonostante i 22 anni, il capitano della Uae Team Emirates sembra pronto al suo primo trionfo in una corsa a tappe, considerato anche come è riuscito a mettere sotto pressione Roglic in Catalogna, mollando solo all’ultima tappa. Sulla carta, non gli manca niente per contendere la vittoria allo sloveno: talento da vendere, forza e resistenza in salita e pure veloce nelle cronometro. Questo è indubbiamente il momento chiave della sua carriera: se riuscirà a trionfare a Roma potrà azzerare le distanze da Evenepoel e Roglic, entrando a far parte dell’élite del ciclismo mondiale. Ayuso avrà anche a disposizione gregari esperti, da Isaac Del Toro ad Adam Yates in quella che molti considerano la miglior squadra al Giro.

Se Ayuso è il favorito dei pronostici, difficile non inserire tra i favoriti l’eterno incompiuto del ciclismo spagnolo, Mikel Landa. Disastroso a cronometro ma fortissimo in salita, il numero uno della Soudal-QuickStep quando è in giornata può giocarsela con tutti: se arriverà bene alla terza settimana, potrebbe essere un problema per chiunque. Dopo aver fatto benissimo a fianco di Evenepoel all’ultimo Tour, i passi avanti del basco in Catalogna sono stati netti, anche nelle cronometro, che, comunque, non sarà mai la sua specialità. Significativo il fatto che, nelle corse a tappe, sembri migliorare alla terza settimana, cosa che potrebbe fare la differenza. Un altro possibile terzo incomodo potrebbe essere Simon Yates, la cui Visma-Lease a Bike schererà a suo fianco Van Aert e Kelderman prima di passarlo al ruolo di super-gregario di Vingegaard al Tour. Le prime gare del britannico con la Visma non sono state del tutto convincenti ma la sua condizione sembra in crescita, come quella di Van Aert, che alla Roubaix ha provato a dire la sua. A giocargli contro la necessità di gestire le forze, visto che dovrà fare anche il Tour ma andrà comunque tenuto d’occhio. Il talento certo non gli manca.

Gli italiani? Tiberi c’è
Come succede purtroppo da parecchi anni, agli appassionati azzurri toccherà probabilmente guardare da lontano la vetta della generale e sperare in qualche exploit dei giovani della nouvelle vague azzurra. In netta rottura con la tradizione, due dei talenti più cristallini dell’italbici non saranno al via di questo Giro d’Italia: mancheranno infatti il due volte vincitore della maglia ciclamino Jonathan Milan e anche il re delle cronometro Filippo Ganna, unico in grado di dare un dispiacere a Pogaçar l’anno scorso. A non rendere del tutto deprimenti le tre settimane della corsa rosa ci proveranno i giovani leoni che prenderanno il via, a partire da Antonio Tiberi, che sembra aver del tutto recuperato dai problemi allo stomaco avuti al Tour delle Alpi. Il numero uno della Bahrain-Victorious ha il chiaro obiettivo di riportare l’Italia sul podio a quattro anni dal secondo posto di Damiano Caruso, gregario di lusso al servizio del giovane talento laziale assieme ad uno scalatore di tutto rispetto come Pello Bilbao.

Il 23enne è reduce dalla maglia bianca e dal quarto posto del 2024 ed è forse il ciclista azzurro più completo da qualche anno a questa parte. Tiberi se la cava bene in salita, si difende a cronometro ed ha tra le sue armi migliori un passo gara importante: forse solo Ayuso e Roglic possono far meglio in questo Giro. Il laziale è un po’ un diesel: parte piano ma migliora progressivamente, tappa dopo tappa, per giocarsi tutto nell’ultima, massacrante settimana. Il terzo posto alla Tirreno-Adriatico è un buon inizio, ma l’aiuto di Caruso potrebbe fare la differenza in questo Giro difficile da decifrare. Tiberi alla vigilia ha dichiarato che “le gambe sembrano a posto” e di contare molto sull’appoggio di Caruso: “lavoriamo bene insieme, quindi vedremo come saranno le sensazioni in gara”. Se riuscisse a limitare i danni nelle due cronometro, il laziale potrebbe battersi fino alle ultime due tappe per la vittoria finale. Gli altri? Giulio Ciccone potrebbe puntare a qualche vittoria di tappa, visto che se la cava meglio nelle classiche che nelle corse a tappe, dove patisce troppo le cronometro. Dopo la doccia gelata della mancata selezione del campione tricolore Bettiol, due tra i cinque azzurri schierati dalla Xds Astana potrebbero dire la loro alla corsa rosa: se il toscano Diego Ulissi potrebbe trovare la fuga giusta, Lorenzo Fortunato sembra il candidato migliore per puntare ad un buon piazzamento nella classifica generale.

Come seguire il Giro in diretta
Per fortuna, seguire la corsa rosa non costerà un capitale ai fedelissimi del ciclismo. Come succede da molti anni, il Giro d’Italia sarà trasmesso in chiaro e in diretta dalla Rai, dalla partenza all’arrivo. I 3433 chilometri saranno quindi disponibili a tutti gli appassionati, costretti a passare alle 14 da Rai Sport a Rai 2. Presente anche quest’anno il corollario di trasmissioni dedicate al commento e all’approfondimento, incluso il classico Processo alla Tappa dalle 17.15 alle 18.
Eurosport, la casa del ciclismo in Europa, ha deciso di concentrare tutta la copertura del Giro 2025 su Eurosport 1, che sarà in diretta da circa un’ora
prima della partenza della tappa fino all’arrivo. La speranza di tutti gli amanti del ciclismo è che, oltre a tanto spettacolo, i tifosi azzurri possano togliersi qualche soddisfazione. Buon Giro a tutti!- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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