Cronaca locale

Ciclone d'agosto

Panchine fatte a pezzi e graffiti sui muri: il municipio contrattacca

Sgarbi deve aver scoperto quant’è bella Milano quando d’agosto si spopola. La solitudine ambrosiana lo ha stregato, mentre le vacanze, così dice, lo annoiano. Domenica scorsa avevano pronosticato che ci avrebbe fatto vedere fuochi d’artificio. Ci correggiamo: è addirittura un ciclone. Parla, dichiara, spazia su tutto: propone di adottare i caprioli, di corso Sempione vuol fare gli Champs Elysées di Milano, progetta una Biennale che faccia impallidire quella di Venezia, vuole assumere l’oncologo romano Cognetti licenziato dalla Turco, mette al bando il monumento a Pertini, l’Ago e il Filo di piazzale Cadorna, eccetera, eccetera. C’è da scommettere che la Moratti sia un po’ preoccupata. Noi ci permettiamo di dire la nostra: lasciamolo fare, nonostante tutto sta rianimando la città. Però, Vittorio, un po’ di giudizio. * * * Dal Riformista, giornale intelligente, riprendiamo questa dichiarazione di Piero Bassetti: «Una sinistra culturalmente vecchia che mitizza uno Stato ministerial-centralista palesemente inadeguato ad organizzare la vita dei cittadini perché superato dall’Europa, da Bush e dal nuovo localismo». Il nostro amico Piero con gli anni si fa saggio. * * * A Taluni il monumento di Montanelli proprio non va giù. Philippe Daverio (ricordiamolo: una dozzina d’anni fa fu assessore alla Cultura, assai discusso in verità), per parlare male arriva a dire che per Indro «ogni tipo di monumentalizzazione è contro natura». Aggiunge anche: «Potrei capire per Spadolini, che era un trombone». Il che è troppo. Caro Philippe, e se noi ti definissimo trombetta? * * * 86 anni! Li ha compiuti Enzo Biagi. La diversità di vedute non può impedirmi di fare gli auguri a un bravo collega. * * * Mi ha colpito questa pubblicità su una intera pagina di giornale «L’Università Cattolica prepara i giovani al futuro secondo il rigore delle diverse discipline, gli interessi e i talenti personali, le sollecitazioni della ricerca e del lavoro. Ma soprattutto secondo un compito: scrivere ciascuno un pezzo di mondo, con passione per la verità».

Mi ha fatto piacere vedere campeggiare su questa scritta la foto di Aldo Maria Valli, un giornalista bravo e serio, laureato alla Cattolica, che noi per primi valorizzammo.

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