Una cifra gastronomica e il ministro deflora vivamente

Ida Omboni, La forza del cestino. Strafalcioni e perle degli aspiranti scrittori, Mondadori 1995, lire 25.000, 131 pagine. Seconda parte.
Pag. 99. «Dopo l’ictus il vecchio commendatore rimase paralizzato, ormai ridotto a un vegetariano».
Pag. 71: «Felici di ritrovarsi, si baciarono in fronte contemporaneamente».
Pag. 72: «Dopo il parto nacque una bambina stupenda».
Pag. 74: «Quella sera gli aveva tenuto compagnia per tutto il giorno».
Pag. 87: «Cadde in tranches». «Gli diede una grande patta sulle spalle».
Pag. 88: «Si fece curare gli arti dallo specialista traumaturgo».
Pag. 89: «Il Procuratore della Repubblica rilasciò delle pubbliche relazioni». «Lei finse di arrossire». «Non era stato così stupido da firmare per iscritto».
Pag. 94: «Scoppiò in una risata che veniva da un luogo più lontano e più profondo della sua bocca».
Pag. 97: «Era in un ampio slargo circondato da un’aiola rotativa». «Max se ne lavò le mani, dimostrando di essere uno sporco individuo».
Pag. 101: «Il piccolo lo lasciamo a casa: andiamo a vedere un film per adulteri».

«Ha dovuto dirgli di no: pretendeva una cifra gastronomica».
Pag. 103: «Il Ministro deflora vivamente».
Pag. 104: «B. ascoltava estatico la Pecoraia di Beethoven». «Gli amici lo invitarono a intrattenersi con loro al cimitero».

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