Garlasco, la Panda “fantasma” e le intercettazioni sparite: il buco che riaccende il caso Sempio

Nel fascicolo 8283/2016 manca ogni traccia delle registrazioni disposte sull’auto della famiglia Sempio. Un’anomalia che coinvolge la Esitel e l’ex procuratore Venditti, oggi sotto inchiesta

Garlasco, la Panda “fantasma” e le intercettazioni sparite: il buco che riaccende il caso Sempio
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C’è un’assenza che pesa come una prova nel fascicolo 8283/2016 dell’indagine su Andrea Sempio, il giovane indagato nel 2017 per l’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco. Le intercettazioni disposte sulla Fiat Panda della famiglia Sempio non risultano mai eseguite, né trascritte, né disinstallate. Una “sparizione” che riaccende i sospetti sull’inchiesta condotta all’epoca dalla Procura di Pavia.

L’autorizzazione del gip

Il 1° febbraio 2017 il procuratore Mario Venditti e la pm Pezzino chiesero al gip Fabio Lambertucci di autorizzare un pacchetto di intercettazioni definite "assolutamente indispensabili": due auto – la Suzuki SX4 e la Panda – oltre a otto utenze telefoniche. Il decreto venne firmato il giorno dopo, e le operazioni delegate ai carabinieri e alla società Esitel, incaricata dei servizi tecnici.

La “Panda fantasma”

Nei verbali compare soltanto la Suzuki SX4. La microspia installata su quell’auto comincia a funzionare l’8 febbraio e viene rimossa il 28. Della Panda, invece, nessuna traccia: né un verbale di installazione né di disattivazione. In una mail del 16 febbraio, il maresciallo Giuseppe Spoto scrive alla Esitel che "il servizio indicato non è mai stato eseguito". Successivamente, l’investigatore Silvio Sapone, oggi indagato, annota nella relazione finale che "veniva revocato il decreto relativo all’autovettura Fiat Panda in uso al padre". Revocato, dunque, ma senza alcun atto ufficiale di cessazione allegato agli atti.

Le conversazioni e le frasi sospette

Eppure, in quei giorni, Andrea Sempio guidava proprio la Panda, come emerge da una conversazione con i genitori: "Io domani vado con questa, non vado con quell’altra. A guidar l’altra mi vien male al ginocchio con la frizione". Le intercettazioni rimaste – quelle registrate sulla Suzuki – descrivono invece un clima familiare carico di tensione. Andrea parla di denaro: "Ci sarà da tirar fuori 70-80mila euro". E di una "grande vittoria morale" che, dice, avrebbe potuto "distruggere quella gente di m****". Il padre, più cauto, teme invece nuove conseguenze giudiziarie: "Se non c’è l’archiviazione di mio figlio, quello là può ancora denunciarci".

L’ombra di Venditti

Come ricostruito dal quotidiano la Repubblica, il maresciallo Spoto ha raccontato agli inquirenti bresciani che le trascrizioni delle intercettazioni vennero richieste "in tutta fretta" da Venditti, "per completare l’archiviazione". Oggi l’ex procuratore è indagato per corruzione e peculato, in un’inchiesta che ipotizza noleggi d’auto gonfiati e flussi di denaro anomali legati alla Esitel.

Il tassello mancante

Resta aperta la domanda

chiave: che fine hanno fatto le intercettazioni della Panda? Un dettaglio tecnico, forse. O forse il tassello mancante di un puzzle che, a diciotto anni dall’omicidio di Garlasco, continua a non chiudersi.

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