Mai stato un momento più felice per proporre il balletto romantico per eccellenza, Il Lago dei cigni, quando nelle sale cinematografiche si fa la fila per vedere il film omonimo di Darren Aronofskij, che è già diventato un'ossessione di stile. Ha sedotto ed affascinato in passato e continua a farlo adesso la storia di Odette/Odile vittima dell'incantesimo del mago Rothbart che la sottrae alla vita normale di donna per farne un cigno che non deve innamorarsi di un uomo. Seduce ed affascina soprattutto il doppio ruolo della prima ballerina che da cigno bianco incanta con la sua dolce timidezza, mentre quando si tramuta in cigno nero tira fuori il suo lato oscuro per ingannare l'amato. Ed ecco che arriviamo al punto clou del balletto, la cui qualità viene fuori proprio dalla capacità della prima ballerina di impersonare i due cigni con quell'intensità interpretativa che va oltre alla tecnica esecutiva dei passi. Beh, a quanto si è visto nella rappresentazione del Balletto dell'Opera di Kiev questo non è avvenuto. Anastasija Kolegova è impeccabile a livello tecnico, ma non dà emozioni, non si riscontra alcun mutamento di personalità nella doppia interpretazione di Odette/Odile e questo penalizza enormemente la resa dell'intero balletto. A questo si aggiunge anche un pallido Siegfried da parte di Danila Korsuncev, che sin dalla sua prima entrata in scena non tira fuori quella presenza scenica che la sua parte richiede, mantenendo di continuo lo sguardo a terra, che certo non gli conferisce un aspetto regale. Meglio Jan Vanja in Rothbart, anche se nella scena finale anche a lui si riscontra mancare il mordente necessario al suo ruolo di malvagio. Di medio livello il corpo di ballo che esegue la vecchia coreografia Ivanov-Petipa-Gorskij senza cimentarsi in un'innovazione interpretativa dei sentimenti. Lo spettacolo presentato dalla compagnia Ucraina ripropone anche alcuni brani della partitura Caikovskiana che generalmente non vengono più rappresentati il che porta in aggiunta alcune coreografie inusate, che invece di arricchire il balletto ne rallentano i tempi.
Lascia perplessi anche la scelta opinabile di inserire alcuni cigni neri nell'ultimo atto che riprende una tradizione ereditata dal teatro Mariinskij. Un elogio all'orchestra del Carlo Felice che dietro alla bacchetta del maestro Aleksej Baklan è riuscita a dare l'unica emozione alla serata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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