Cimici e video contro le infedeltà coniugali

Presa la banda degli spioni: 17 arresti per intercettazioni illegali. Gli 007 "ascoltano" Skype: violata l'ultima oasi

Cimici e video contro 
le infedeltà coniugali

Roma - Al supermarket dello spionaggio illegale era possibile sapere tutto di tutti: carichi pendenti, stato patrimoniale, reddito dichiarato, proprietà immobiliari, tabulati e utenze telefoniche, quote azionarie, investimenti finanziari. Pagando si potevano avere anche foto compromettenti, finti testimoni, dossier con notizie false, e pure intercettazioni per ricatti ed estorsioni. Il dipendente dell’Agenzie delle Entrate si faceva dare 100 euro ad accesso, l’agente che frugava nel data-base della polizia qualcosina in più, chi tirava le fila dell’organizzazione riusciva a racimolare fino a 600 euro a informazione. Un giro d’affari niente male, spalmato tra Roma, Torino, l’Aquila e Arezzo, scoperto dai carabinieri del Nucleo investigativo di Roma che al culmine dell’operazione Alligatore hanno «costretto» la Procura ad arrestare 17 detective privati (coinvolte le agenzie «Romapol», «Professional detective», «Alpha S.», «BBianchi», «Mi6 S&I», «Sia inv») poliziotti e tecnici responsabili di associazione a delinquere finalizzata all’accesso abusivo in sistemi informatici, installazione illecita di apparati di intercettazione, captazione abusiva di conversazioni e trattamento illecito di dati personali.

RICATTI SESSUALI
Nelle 189 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare ci si dilunga sulla «preparazione di un ricatto a sfondo sessuale ai danni di C. per ottenere prestazioni a favore» di tale R.B. «Io ci provo - dice un componente dell’organizzazione - la porto a cena, ci mettiamo d’accordo sul ristorante e tu ti piazzi lì davanti. Quando ci vedi, la saluti, e vediamo come reagisce e la incastriamo». Altra telefonata: «Sennò andiamo dal suo amante, tu le dici... “vuoi che dico al signore che sei una (...), che ti mantengo?”. Facciamo così, quella teme solo di essere sputtanata». Per chiudere l’operazione occorre un fotografo in grado di scattare foto compromettenti: «Con i negativi in mano, le diciamo. Vedi le foto? Adesso o fai quello che ti dico oppure le mandiamo in giro».

INSIDER FISCALE
L’impiegato infedele dell’Agenzie delle entrate, secondo il gip, è il perno dell’organizzazione per l’estrazione di dati patrimoniali e fiscali. Fabio B. non parla al telefono, evita di farsi inviare le richieste via fax, incontra personalità di livello, si fa pagare in contanti: 100 euro ad accertamento. «Ricordami pure i costi, scusa...» chiede il committente. «I costi, Fabio prende 100, come al solito, no?» taglia corto l’intermediario.

CELLULARE CON CIMICE
Uno dei detective arrestati un bel giorno propone a una cliente di regalare alla persona da controllare un telefonino con un software particolare capace di captare la voce a distanza. «Questo praticamente fa tutto, controlli l’invio di sms, invia le liste delle chiamate fatte e ricevute, fa l’ascolto ambientale, senti tutto. Insomma, voglio dì, avresti risolto tutti i problemi».

CASELLARI TOP SECRET
C’è anche chi è in grado di entrare nei data-base delle forze di polizia e in archivi riservati. Numerose le intercettazioni dei carabinieri: «Allora, prendi nota. Ho visto. Facciamo un gioco, mi dica la prima cosa che le viene in mente». «Precedenti per droga?». «Sì, ce l’ha». «Per prostituzione?». «Vediamo, sì... anche favoreggiamento clandestino, truffa, frode, è stato agli arresti domiciliari la prima volta nel 1997, poi dieci anni prima, poi...». Ogni ricerca, 140 euro. Che salgono a 250 o a 500 in casi delicatissimi. «Se li vuoi, ce li hai tranquillamente. Per i carichi pendenti sono 500 euro, tac tac e li ricevi». «Anche a livello nazionale?». «Ma te credo, che stai a scherzà? Tre gioni e hai tutto».



VIDEOCLIP IN CAMERINO
Per venire a capo di alcuni furti in un’azienda di cibi precotti, gli 007 privati inseriscono telecamere negli spogliatoi femminili. Striptease a go go e privacy violata. Un detective corre ad avvertire una dipendente, sua amica: «Occhio, cambiati in bagno non nello spogliatoio, capisci a me...».

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