Cina, 200 soccorritori sepolti dal fango

La tragedia dopo una nuova scossa. Oltre 71mila persone mancano all’appello. Altri salvataggi a sette giorni dal sisma

La bandiera a mezz’asta, la folla in silenzio in piazza Tian An Men e in tutto il Paese. In Cina, ieri, è stato il giorno del silenzio. Alle 14.28 (le 8.28 del mattino in Italia) il Paese ha voluto ricordare per tre minuti le vittime del terremoto in Sichuan a una settimana esatta dall’evento. Il suono delle sirene ha poi accompagnato il cordoglio dei cinesi. È lutto nazionale: per la prima volta nella storia della Repubblica Popolare questa decisione non si accompagna alla scomparsa di un leader politico. Per tre giorni da ieri, i luoghi di ritrovo come bar, karaoke e locali notturni rimarranno chiusi in segno di lutto. I canali televisivi d’intrattenimento hanno sospeso le programmazioni lasciando spazio agli approfondimenti sul terremoto. Tutti i giornali sono usciti con la prima pagina dedicata al lutto; i siti web più popolari compaiono solo in bianco e nero, senza pubblicità. Anche nella contea di Beichuan, vicina all’epicentro del sisma, le squadre di salvataggio ancora all’opera hanno osservato il silenzio e sospeso le operazioni. Una settimana dopo le prime scosse, la tragedia non è ancora giunta al termine: duecento soccorritori, ieri, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa di Stato Nuova Cina, sono stati travolti da un’ondata di fango nella contea di Qingchuan, forse a seguito delle scosse di assestamento che si sono susseguite nei giorni scorsi, una delle quali ha fatto registrare una magnitudo di 5,4 gradi della scala Richter.
I soccorritori hanno salvato altre due persone rimaste intrappolate tra le macerie: a Mianzhu, dalle rovine di un edificio le squadre di salvataggio hanno sentito alcuni lamenti e dopo quaranta minuti hanno estratto una donna sulla cinquantina ancora viva, Wang Fazhen, che aveva trovato riparo per otto giorni sotto un letto. Una donna di 61 anni, Li Mingcui, è stata estratta dalla macerie a Qushan: nonostante abbia riportato sul corpo fratture multiple e numerose infezioni è rimasta cosciente. Un’altra donna anziana è stata salvata dalle macerie nella contea di Beichuan, una delle zone colpite con maggiore violenza dal sisma di lunedì scorso.
Il bilancio delle vittime continua, però, a salire: tra morti e dispersi il numero delle persone che mancano all’appello sono settantunomila e il numero di morti accertati sale a 32.476. Di questi, 32.176 nel solo Sichuan. Sotto le macerie giacciono ancora oltre novemila persone e più di ventinovemila risultano disperse. I feriti sono oltre duecentomila. La paura per le epidemie si diffonde nel Sichuan dove, in molti punti l’aria è infestata dal fetore dei cadaveri in putrefazione.
Per diminuire il rischio di malattie, le autorità della contea di Qingchuan hanno dato il via all'abbattimento di tutti i cani rimasti senza padrone: «hanno la tendenza a lottare per il cibo con gli esseri umani - spiegano i funzionari locali - e a mordere la gente, portando le malattie».


Sono state diffuse anche le cifre dei danni causati dal terremoto: la cifra si aggira intorno ai 67 miliardi di Yuan, secondo quanto dichiarato dal viceministro all’Industria, Xi Guohua, circa 6,16 miliardi di Euro, pari allo 0,27% del Pil cinese e al 6,38% del Pil del Sichuan. Ma quella di ieri, per la Cina, è stata solo la giornata del silenzio.

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