La Cina blocca tutti i formaggi italiani

Non basta nemmeno il via libera dell’Ue, nuovi guai per l’industria casearia: Pechino impone test e quarantena ai latticini tricolore Intanto Singapore vieta le bufale e la Francia ritira la ricotta salata

La Cina blocca tutti i formaggi italiani

da Napoli

Riabilitata la mozzarella di bufala campana dalla Commissione europea, un altro stop è arrivato ieri in mattinata, prima da Singapore e nel pomeriggio dalla Cina. Il provvedimento è stato preso dall’Amministrazione generale di Pechino sul controllo della qualità, che ha disposto che gli importatori cessino immediatamente di vendere la mozzarella e che siano ritirati i prodotti già posti in vendita.
Tutti i formaggi italiani dovranno superare quarantena e test: «Ogni partita di qualsiasi genere di prodotto caseario proveniente dall’Italia deve passare i test di laboratorio, prima di entrare nel Paese», ha spiegato in una nota l’Amministrazione cinese. Prima della Cina, il divieto era stato imposto dall’Autorità agricola e veterinaria di Singapore, che ha spiegato che le vendite sono state bloccate come misura precauzionale, giusto il necessario per eseguire le analisi di laboratorio.
Ma i guai per il comparto agroalimentare italiano, non sono finiti qui. Ieri, il ministero dell’Agricoltura francese ha ordinato il ritiro della «ricotta salata» prodotta negli stabilimenti di Pieve San Giacomo, in provincia di Cremona, dopo la scoperta in questi alimenti del batterio listeria monocytogenes. «I controlli ufficiali realizzati dalle autorità tedesche - ha rivelato il ministero francese - hanno evidenziato la presenza in questi prodotti, a tassi elevati, del batterio». Il ministero ha anche chiesto ai consumatori che hanno acquistato questi prodotti «di non consumarli e di riportarli ai punti vendita dove sono stati acquistati».
Dunque, neanche il tempo di tirare un sospiro di sollievo, dopo la battaglia sostenuta con Bruxelles, che il ministro De Castro ha dovuto tornare ad occuparsi dell’affaire mozzarella e anche della ricotta salata. «Non esportiamo in Cina neanche un chilo di mozzarella, quindi, chissà da dove arriva il prodotto. Stiamo cercando di definire meglio i contorni di questo blocco», ha spiegato De Castro. Stupito anche il Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana dop. «La mozzarella di bufala Campana dop e tutti i formaggi freschi a pasta filata, non riescono a superare la frontiera cinese, a causa della quarantena imposta della autorità doganali a tutti i formaggi in ingresso, che dura ben 3 settimane, perché temono di importare un batterio, lo pseudomonas sakazakii che, per altro, non è presente, per quanto dato sapere, in aree mediterranee». Spiegano ancora al Consorzio che in questo caso, «ad essere colpiti dal provvedimento cinese non sono i produttori campani ma quelli italiani, che preparano alimenti che possono resistere ad un blocco di tre settimane». Sul blocco di Pechino si è già mosso l’Ambasciatore d’Italia in Cina, Riccardo Sessa, che chiederà alle autorità cinesi di rimuovere il divieto di importazione.
Dopo la Coldiretti, che due giorni fa aveva rivelato che l’allarme mozzarella alla diossina, sta provocando perdite da mezzo milione di euro al giorno, ieri, la Confederazione italiana agricoltori è intervenuta con altre cifre da capogiro. «A pagare il conto delle emergenze alimentari è sempre la filiera agroalimentare italiana, che finora, dopo gli allarmi, veri, verosimili o inesistenti, della Bse, dell’influenza aviaria e del non ancora concluso mozzarellagate, ha perso oltre tre miliardi di euro, con conseguenze disastrose per migliaia di imprenditori agricoli e commerciali».
Gli attacchi al comparto agroalimentare italiano e campano fanno parte di «un’azione internazionale per screditare il prodotto italiano - ha detto Franco Frattini, vice presidente della Commissione europea - Tutto ciò è molto triste.
La Commissione ha chiuso fortunatamente con serietà questa partita dicendo che i controlli sono soddisfacenti e non c’è nessun problema per i consumatori.

È chiaro però, che in un mondo aperto alla concorrenza, c’è chi approfitta molto facilmente, anche se è ovvio che la ragione di tutto questo è la situazione drammatica che le autorità campane e locali hanno lasciato deteriorare in modo gravissimo».
carminespadafora@libero.it

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