Marta Bravi
«Non si volta chi a stella è fiso» diceva Leonardo da Vinci. In questo caso la stella in questione è la Luna, in vista della quale stanno lavorando alacremente dal 2004 i due gruppi di ricerca del progetto Congiunto Noros, il Sistema robotico per lesplorazione spaziale. Il laboratorio di robotica del dipartimento di meccanica del Politecnico, diretto dal professore Alberto Rovetta e il laboratorio di Robotica spaziale del Dipartimento di robotica delluniversità di aeronautica e astronautica di Pechino, diretto dal professor Ding XiLung, hanno ultimato in questi giorni la fase di progettazione, comprensiva di calcoli, disegni, simulazioni, di cinque robot (uno più grande e quattro ausiliari) che dovrebbero andare sulla Luna entro dieci anni per esaminare e esplorare il complesso suolo lunare.
Poco si sa, infatti, della composizione e della conformazione del terreno del satellite della Terra, proprio per la sua complessa origine. «Per far fronte allincognita che presenterà il suolo che, come sappiamo, è disomogeneo e frastagliato - spiega il professor Rovetta - il robot, che ha un base esagonale, è metamorfico: è in grado di trasformare le «gambe» in ruote e di modificare la distanza e lorientamento tra queste, per poter superare ogni ostacolo o sorpresa che riserverà il terreno».
Esplorazione, movimento, autoriparazione e costruzione di nuove strutture, queste le principali funzioni della macchina di forma semisferica, 80 centimetri di larghezza per 40 chili di peso, che sarà dotata di pannelli solari, telecamere, nanosensori, gestione intelligente dei segnali sensoriali.
I due gruppi di ricerca, una trentina di persone in tutto tra professori, ricercatori e studenti, si incontrano in video conferenza una volta a settimana per discutere e aggiornarsi sulle varie fasi progettuali.
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