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Cina, paura nello Xinjiang: continuano gli arresti

La polizia ha disperso una manifestazione di alcune centinaia di persone. Secondo alcune testimonianze ci sono stati cinque arresti. Il bilancio delle vittime rimane di 156 morti e un migliaio di feriti. La città di Urumqi è semideserta per paura di altre repressioni

Cina, paura nello Xinjiang: continuano gli arresti

Pechino - Continua la paura nello Xinjiang La polizia cinese ha disperso oggi ad Urumqi una manifestazione di alcune centinaia di musulmani uighuri, che si erano riuniti davanti ad una moschea dopo le preghiere del venerdì. Testimoni hanno riferito che cinque o sei persone sono state arrestate. Si tratta dell’ unico incidente segnalato oggi a Urumqi, una città popolata in gran parte da immigrati da altre regioni della Cina nel nordovest del Paese. La maggior parte delle moschee della città sono rimaste chiuse, suscitando le proteste di una parte della popolazione, in un’ indicazione che la situazione nella città rimane tesa tra le due comunità etniche che si sono scontrate nei giorni scorsi.

Mille feriti e 156 morti Il bilancio ufficiale delle vittime rimane di 156 morti e un migliaio di feriti, colpiti negli scontri di domenica scorsa e scoppiati quando centinaia di uighuri, una minoranza etnica musulmana, si sono scontrati prima con la polizia poi con gli immigrati cinesi. Notizie non confermate parlano di almeno altre tre vittime nei giorni scorsi, un giovane cinese il cui cadavere sarebbe stato rinvenuto ieri e due studenti uighuri che, in un filmato diffuso su Internet, vengono picchiati a sangue da un gruppo di cinesi. I gruppi di esuli uighuri sostengono che le vittime sarebbero molte di più, forse seicento, e che gravi incidenti si sarebbero verificati in altre città della regione. Zhou Yongkang, il membro del massimo organo dirigente del Partito Comunista Cinese (il comitato permanente dell’ ufficio politico) inviato dal presidente Hu Jintao a controllare di persona l’ evolversi della crisi, ha visitato oggi i feriti in alcuni ospedali e due università, tra cui quella islamica.

Urumqi deserta Testimoni hanno riferito che migliaia di persone, in maggioranza cinesi, hanno lasciato nei giorni scorsi Urumqi nel timore di una nuova esplosione di violenza.

Il Xinjiang, una regione autonoma ricca di risorse naturali della quale Urumqi è la capitale, si trova in una situazione geografica strategica, ai confini con Russia, Mongolia, Afghanistan, Pakistan, India e con le repubbliche musulmane dell’Asia centrale del Kazakhstan, Kyrgyzstan e Tajikistan.

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