Alla Cina il record di esecuzioni: 5mila giustiziati

Ma il ricorso alla pena capitale è in calo. Viene adottata in 54 Paesi, 9 dei quali sono democrazie

da Roma

In 54 Paesi del mondo resiste la pena capitale. Il numero è in calo ma nel 2005 hanno comunque realizzato 5.494 esecuzioni (erano state 5.530 del 2004). Anche nel 2005 la Cina si è confermata come il Paese più sanguinario. Solo qui si calcola che siano avvenute oltre 5.000 esecuzioni (c’è chi parla anche del doppio).
Seguono - ma le cifre sono tutte sottostimate, in molti Stati la questione è top secret - Iran (113), Arabia Saudita (90), Corea del Nord (75), Pakistan (42), Vietnam (27), Giordania (15), Mongolia, Uganda e Singapore (8), Kuwait e Yemen (7), Uzbekistan (2).
Dei 54 Paesi che utilizzano ancora la pena capitale, 43 sono dittatoriali o illiberali (98,7% delle esecuzioni), gli altri sono democrazie. Il rapporto 2006 di «Nessuno tocchi Caino» sulla pena di morte nel mondo, presentato ieri, conferma che il trend dell’esecuzione capitale è in diminuzione.
I Paesi totalmente abolizionisti sono 142. Alcuni stati (Autorità Palestinese, Libia, Irak, Guinea Equatoriale, Botwana, Connecticut) hanno ripreso a praticare la pena di morte dopo anni di sospensione. Solo 24 Paesi hanno effettuato esecuzioni lo scorso anno.

L’Asia registra il più alto numero di esecuzioni; in America, l’unico Stato che mantiene la pena di morte sono gli Usa (60 le persone giustiziate), mentre in Africa la pratica è un po’ in disuso (solo quattro i Paesi che l’hanno praticata: Uganda, Libia, Sudan e Somalia, per complessive 19 esecuzioni). In Europa l’unico Stato è la Bielorussia, che ha effettuato almeno due esecuzioni. Undici Stati dove si mantiene l’esecuzione capitale sono democrazie liberali.

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