La Cina supera gli Stati Uniti. E Fiat sale sulla Chrysler

La conquista del titolo di primo mercato mondiale della Cina; la crisi di Toyota che, pur rimanendo il primo gruppo mondiale, ha annunciato per l’esercizio 2008-2009 la sua prima perdita operativa in 71 anni; un vorticoso valzer di alleanze non ancora terminato. Tutto questo è stato il 2009 per l’auto, un anno di rottura con il passato e di grandi manovre per superare la crisi. Sopravvivranno solo i gruppi capaci di coniugare taglio dei costi ed elevati volumi ed è su questa linea che si sono mossi i principali costruttori. A partire dalla Fiat, lanciatasi nell’avventura Chrysler.
Altro protagonista è il presidente di Volkswagen, Ferdinand Piech, che ha vinto la battaglia con Porsche di cui assumerà il controllo, e che ha attirato nella sua orbita anche la giapponese Suzuki. Grandi manovre in Francia, con l’ipotesi di alleanza tra Psa e Mitsubishi, di cui la Casa francese dovrebbe assumere il controllo, e le prove di collaborazione tra Renault e Daimler.
Ma la sfida dell’anno è stata quella dell’ad di Fiat, Marchionne, per la conquista della Chrysler. Partita chiusa con successo con il controllo, in un primo tempo, del 20% della casa di Detroit. Secondo il piano di Marchionne, ora ad anche di Chrysler, il costruttore americano dovrebbe tornare in utile nel 2011, ed entro 5 anni la sua quota di mercato in Usa dovrebbe raggiungere il 10,5%, con vendite globali stimate in 2,8 milioni entro il 2014.
La Fiat ha mancato invece l’acquisizione di Opel, braccio europeo della General Motors, che, come la casa madre, versava in condizioni finanziarie disperate. Per assicurarne il salvataggio e gli aiuti del governo tedesco, Gm aveva deciso di venderla e la Fiat si era fatta avanti. Il percorso però si è rivelato accidentato, anche per l’opposizione dei sindacati tedeschi. Così la scelta del governo è caduta sul tandem austro-russo Magna-Sberbank, fino alla retromarcia decisa da Gm. Che ha preferito mettere in vendita la svedese Saab, che ora ha come unico pretendente l’olandese Spyker. La trattativa è ancora in corso e se dovesse fallire il marchio Saab rischia di scomparire.
È cinese il nuovo proprietario della Volvo, marchio svedese messo in vendita da Ford e acquistato per 2 miliardi di dollari dalla Geely. L’incasso andrà a migliorare i conti di Ford, unica tra le tre big di Detroit a non aver avuto bisogno di aiuti dal governo Usa. E riguarda il mercato cinese anche l’accordo siglato a luglio dalla Fiat con il gruppo Gac (Guangzhou automobile group) che prevede la produzione di auto e motori in Cina dal 2011.
Volkswagen entro il 2012 vuole scippare la leadership mondiale a Toyota e nel frattempo ha incassato quest’anno la fusione con Porsche e a dicembre ha annunciato un accordo con Suzuki, di cui ha acquistato il 19,9%. Prove di alleanza anche tra il gruppo francese Psa Peugeot-Citroen e Mitsubishi. Al vaglio del costruttore europeo ci sarebbe l’acquisto di una quota tra il 30 e il 50% della casa giapponese.

Sarebbe il secondo polo franco-nipponico dopo Renault-Nissan e che potrebbe allargarsi anche alla tedesca Daimler, visto che è di questi giorni la notizia di colloqui in corso tra la Renault e la casa di Stoccarda per una possibile joint venture per la produzione della nuova Smart quattro posti.

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