Cina, tante opportunità per le Pmi

Governo, Confindustria, Ice, Abi. Ovvero il sistema-Italia alla conquista della Cina, grande opportunità per il rilancio delle nostre imprese dopo la crisi. «Quello cinese - ha detto Paolo Zegna, vicepresidente di Confindustria - è un mercato che conta 800mila milionari e 200 milioni di benestanti. Sufficiente e determinante per il rilancio internazionale delle nostre aziende».
Zegna ha parlato al termine della visita alla Saic-Iveco di Chongqing: «Soprattutto in un momento difficile come quello che stiamo vivendo - ha aggiunto - la Cina rappresenta una grande oppurtunità: con una vitalità economica e tassi di crescita (+8,7% il Pil del 2009) superiori a quelli di ogni altro Paese. Ed è stata solo marginalmente colpita dalla crisi. Qui c’è grande interesse per l’Italia e il made in Italy. E noi dobbiamo rispondere con altrettanto interesse e senza timori, perché gli spazi per le imprese italiane possono essere ulteriormente estesi».
E il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ha sottolineato come la missione di sistema in Cina sia «significativa non solo per la dimensione, ma perché interviene in un contesto straordinariamente dinamico in cui viene confermata la vitalità delle nostre Pmi». Poi Sacconi ha ricordato che l’Italia ha riscosso «grande successo» all’Expo di Shanghai, che sarà la seconda tappa della missione: «Ci sono già linee di collaborazione tra i due Paesi - ha aggiunto -; noi guardiamo con interesse alla politica del “Go West” adottata dal governo cinese nella municipalità di Chongqing, nuova base dei processi di industrializzazione». Per il viceministro allo Sviluppo economico con delega al Commercio estero, Adolfo Urso, «il 2009 è stato l’anno della svolta nei rapporti tra Italia e Cina, una svolta che, grazie alla crisi economica, è vissuta come opportunità piuttosto che come rischio». Lo scorso anno le esportazioni italiane sono cresciute del 3,5%: «Unico incremento - ha proseguito Urso - registrato per un settore in calo complessivamente del 25%, mentre le importazioni cinesi in Italia sono diminuite.

La Cina ha investito 480 miliardi di dollari per infrastrutture, sostegno ai consumi e defiscalizzazione: il mercato fino allora cresceva sull’export. Ora i cinesi hanno cambiato politica con stimoli per il mercato interno e la Cina è diventato così un grande mercato per tutti».
Alla missione partecipano 230 aziende, 9 gruppi bancari e 9 associazioni di settore.

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