Roma

CINECITTÀ

Denuncia della «Sinistra Ecologista»

Gli scontri all’interno del centrosinistra non sono una novità negli enti locali della nostra regione, ma quello appena conclusosi - solo formalmente - nel X municipio è davvero indicativo. Il presidente di Rifondazione Sandro Medici, balzato agli onori delle cronache per la requisizione degli alloggi sfitti a Cinecittà, è riuscito a chiudere la crisi che riguardava la composizione della sua giunta con metodi che sono stati aspramente contestati dai suoi stessi alleati. «È debole e incoerente la soluzione che alla fine di un percorso, fin troppo lungo, è stata trovata per il governo del X municipio».
Questo il commento di Sinistra Ecologista, un’associazione abbastanza radicata nel territorio che negli ultimi anni ha lavorato in quel quadrante della capitale per ricercare soluzioni sostenibili sui temi urbanistici, dell’assetto del territorio e della mobilità. «Se oggi - afferma Fabrizio Vigni - il piano regolatore di Roma ha previsto per il territorio del X municipio misure ragionevoli ed equilibrate lo si deve anche all’impegno di Sinistra Ecologista che ha saputo assolvere ad una funzione di collegamento tra le istituzioni, la politica e le associazioni dei cittadini superando tentennamenti e proposte non sempre condivisibili. E per questo - si legge in una nota dell’associazione - avevamo accolto con favore, come segno di innovazione, la proposta formulata dal partito dei Ds e dall’Ulivo della candidatura autorevole di un ecologista, Marco Ciarafoni, all’assessorato all’urbanistica e ai lavori pubblici per continuare, nella concretezza dell’incarico istituzionale, il percorso già avviato. Così invece non sarà poiché il veto incoerente e inspiegabile posto dal presidente Medici, non contrastato con energia necessaria e con la forza degli argomenti dai gruppi dirigenti dei Ds e dell’Ulivo chiamati alla trattativa (con un mandato ben diverso da quello che poi è il risultato finale), ha determinato scelte, appunto, deboli e contraddittorie.

Non si è avuto il coraggio di ancorare la giunta a un forte profilo ambientalista perché separare le deleghe dell’urbanistica e dei lavori pubblici contrasta con l’esigenza di perseguire con coerenza la politica dello sviluppo all’insegna della sostenibilità, particolarmente importante in un territorio soggetto a grandi trasformazioni urbanistiche».

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