Cultura e Spettacoli

Dal cinema ai salotti L'Italia snobba la crisi e pensa agli immigrati

Alla Mostra di Venezia si è presentato un plotone di registi italiani con una sola idea in testa: l’immigrazione. Invece siamo qui ad affrontare una crisi globale, preoccupati per la tenuta economica del Paese

Dal cinema ai salotti 
L'Italia snobba la crisi 
e pensa agli immigrati

Il Giornale ha scritto e riscritto che l’arte di Stato (cioè finanziata dallo Stato) può avere un solo esito: il conformismo. Serviva una prova in più? Eccola. Alla Mostra di Venezia si è presentato un plotone di registi italiani con una sola idea in testa: l’immigrazione. Ciascuno ha trattato il tema secondo la sua capacità e sensibilità. E non tutte le opere, forse, sono allineate all’ideologia del politicamente corretto. Naturalmente ci sono anche film italiani, nelle varie sezioni, che affrontano altre questioni o puntano sul disimpegno ma non hanno avuto fino a qui la stessa risonanza dei film di Olmi, Crialese, Patierno e Gipi (solo per limitarsi ai nomi più noti; e si noti che a parte Gipi, che si è accontentato di 140mila euro, tutti gli altri vantano un contributo pubblico pari o superiore al milione di euro).

Se un marziano sbarcasse al Lido, si convincerebbe di vivere in un Paese in cui l’immigrazione e il trattamento «razzista» che riserviamo agli stranieri, specie al Nord, siano il problema dei problemi. Invece siamo qui ad affrontare una crisi globale, preoccupati per la tenuta economica del Paese. Noi, insieme con gli immigrati che rappresentano una parte importante della forza lavoro e della società. In quanto al razzismo del Nord, l’accusa è risibile, come dimostrano i dati Caritas. Semmai, a mostrare la corda è una certa cultura del piagnisteo, fondata sui nostri irrazionali sensi di colpa, che sottolinea le differenze, finendo con l’alimentare pretese assurde e relativi rancori.

Capita così che le sentenze della magistratura interpretino il codice, attenuandone certe misure, per tutelare il clandestino. Capita anche che, secondo l’opposizione e certi opinionisti, dalla lotta all’evasione fiscale debbano essere esclusi gli extracomunitari irregolari che trasferiscono somme di denaro all’estero. Perché le corsie preferenziali?

Questo approccio, intrecciato a una visione statalistica della società, potrebbe essere un ostacolo all’integrazione ma alcuni nostri registi non sembrano essere sfiorati dai dubbi. Immigrato buono, italiano cattivo.

Ciak, si gira.

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