«Il cinema italiano è stato il più geniale»

ParigiIncontro Pierre Arditi nel suo camerino poco prima che inizi la rappresentazione di Sentiments provisoires di Gérald Aubert. Sessantacinquenne gagliardo e attore internazionale pluripremiato, Arditi ha l’aspetto stropicciato del protagonista di questa commedia di grande successo, definita «molto affascinante, malgrado qualche lungaggine».
Soddisfatto del risultato di «Sentiments provisoires»?
«Sono felicissimo di questa pièce in apparenza arguta e divertente che però mette in rilievo sentimenti non provvisori ma profondi e complessi».
Quanto è importante per lei fare teatro?
«Il teatro fa parte della mia vita e gli ho dedicato sempre tutto me stesso: rappresenta le mie radici. Però mi piace anche il cinema. Diciamo che rappresenta un terzo della mia attività».
Quale sarà il prossimo film?
«Un film di Alain Resnais. E poi un altro di Claude Chabrol e infine uno di Gilles Legrand».
Come sta il cinema francese?
«Tutti dicono che il cinema francese sta morendo, ma resuscita sempre. C’è una giovane generazione di registi e attori che fa buoni film apprezzati dal pubblico e dai critici».
Il miglior cinema in Europa?
«Abbiamo buon cinema in tutta l’Unione Europea. Ogni nazione produce ogni anno qualche buon film. Penso che in Francia ne produciamo abbastanza, ma anche in Inghilterra come in Spagna o in Italia. Per gente come me, il cinema italiano è stato quello più geniale».
Ha lavorato molto in Italia: chi è stato il suo miglior regista?
«Ho avuto la fortuna di girare con Roberto Rossellini. Ero affascinato del neorealismo italiano e anche da Gina Lollobrigida quando io avevo diciotto anni e lei... qualcuno di più. Ma non posso dimenticare il cinema politico di Francesco Rosi e quello di Tornatore o di Nanni Moretti. Mi dispiace che questa crisi economica riduca la possibilità di espressione di ottimi registi e attori come Giancarlo Giannini e Roberto Benigni. La televisione divora tutto ed è un peccato».
La sua attrice preferita in Francia?
«Juliette Binoche, ma anche Marion Cotillard».
E in Italia?
«Mariangela Melato».
Cosa pensa del cinema americano di oggi?
«Nel cinema americano c’è il grande spettacolo popolare e anche quello d’autore. Esiste una riserva creativa di enorme potenzialità. Preferisco il cinema di qualità, ma anche Avatar può essere cinema di qualità».


Non pensa che ci sia anche una crisi di idee?
«Certo, soprattutto perché si fanno molti film banali che vengono distribuiti e divorati dalla tv a scopo d'incasso».
Le piace lavorare in Italia?
«Moltissimo. Il mio rimpianto è non aver mai lavorato con una partner come Sophia Loren. Ma non bisogna mai dire mai…».

m.alberini@iol.it

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