Cultura e Spettacoli

Il cinema "regge" nonostante la crisi, ma quello italiano piace molto meno

Nei primi dieci mesi dell'anno il settore non ha registrato rallentamenti. A fronte della stessa cifra di spettatori (82 milioni) c'è un'aumento degli incassi (4%). Male solo il cinema nostrano che ha perso una consistente quota di mercato (dal 27% del 2008 al 20% di quest'anno)

Il cinema "regge" nonostante la crisi, ma quello italiano piace molto meno

Il cinema mantiene in Italia le sue posizioni. Sono infatti quasi 82 milioni gli spettatori entrati nelle sale nel periodo compreso tra il primo gennaio e il 22 novembre dell'anno in corso, contro i poco più di 83 milioni dell'anno passato (-0,42%). Inoltre, gli incassi sono sensibilmente aumentati superando i 517 milioni di euro, a fronte dei 493 milioni del 2008 (+4,85). Se quest'ultimo dato può attribuirsi in misura significativa al successo della nuova «moda» dei film in 3D, il cui biglietto è più elevato, la generale tenuta del cinema è attribuita alla capacità di attrazione che i film e le sale hanno saputo mantenere anche in un periodo di difficile congiuntura economica. È questa una prima analisi «moderatamente ottimista», fatta dai rappresentanti dell'industria cinematografica, Paolo Protti e Carlo Bernaschi per le associazioni degli esercenti, Anec e Anem, Michele Napoli e Riccardo Tozzi, rispettivamente per i distributori e i produttori dell'Anica.
Un dato che, invece, preoccupa produttori, distributori ed esercenti è la consistente flessione che ha registrato quest'anno il prodotto italiano, sceso, con le coproduzioni, al 20,76% della quota di mercato, pari a 17 milioni e 300 mila spettatori, contro il 27,46% e i quasi 23 milioni di spettatori dello scorso anno.

Quasi sette punti percentuali in meno registrati dai film italiani, e attribuiti alla necessità di cambiare il linguaggio del cinema nazionale per adeguarlo ai rinnovati gusti del pubblico e, fattore non meno importante, alla crisi delle sale dei centri urbani, 750 delle quali hanno chiuso negli ultimi anni, che rappresentano un perno irrinunciabile per la distribuzione del cinema italiano e del cinema di qualità in generale.

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