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American Fiction, l'ipocrisia della società nel film candidato agli Oscar

Su Prime Video è appena arrivato American Fiction: ecco tutto quello che c'è da sapere sul film candidato ai prossimi Premi Oscar

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È appena approdato su Prime Video, quasi a sorpresa, American Fiction, il film diretto da Cord Jefferson - qui al suo debutto - presentato in anteprima al Festival di Toronto, vincitore del premio del pubblico, e ora in lizza per i Premi Oscar 2024 che verranno consegnati il prossimo 10 marzo a Los Angeles. Il lungometraggio, infatti, è candidato a cinque premi tra le categorie principali, come Miglior Film, Miglior Attore Protagonista, Miglior Sceneggiatura non originale e Miglior Colonna Sonora.

La trama di American Fiction

Tratto dal romanzo Erasure di Percival Everett Erasure, American Fiction racconta la storia di Thelonious Monk Ellison (Jeffrey Wright) un professore scontento e uno scrittore frustrato, che si vede osteggiato dalla società che sembra non avere alcun interesse a trattare i libri che scrive e che, paradossalmente, vengono considerati non abbastanza "neri" per poter interessare qualcuno. Il protagonista, rendendosi conto che l'interesse verso le minoranza è solo sintomo di un buonismo di facciata, decide di prendere in giro lo stesso politicamente corretto che lo ingabbia.

Scrive così un romanzo pieno di cliché, di stereotipi, di "contentini" per coloro che seguono le mode senza farsi domande e lo firma con uno pseudonimo. Il libro diventa un caso editoriale, fa il boom di vendite, e permette a Monk di fare abbastanza soldi per aiutare sua madre, che versa in gravi condizioni di salute. Allo stesso tempo, però, questo strano esperimento sociale mette Monk davanti all'ipocrisia del mondo intellettuale, alla realtà secondo cui molti autori accettano di "vendersi" e piegarsi a un mercato sempre più falsato da false ideologie pur di ottenere qualcosa.

Un film che deride il politicamente scorretto

American Fiction si presenta soprattutto come una commedia che vuole riflettere sulle derive del politicamente corretto, dell'appiattimento della cultura a favore di una visione narrativa d'insieme che non permette conflitto e non permette dialogo. Questa sensazione è coadiuvata anche dalla scelta di utilizzare un registro leggero e scanzonato, che si fa forte anche della presenta di moltissimi dialoghi dal ritmo serrato e dall'umorismo sopra le righe. Quindi la visione viene di per sé accompagnata da una certa piacevolezza che rende facile ridere dell'ipocrisia della società odierna, di quegli intellettuali che si nascondono dietro parole altisonanti solo per riuscire ad emergere, a farsi vedere e a nutrire il proprio ego.

Un proposito che si rende palese anche dal titolo stesso dell'opera, American Fiction, che indica tanto la letteratura americana quanto la finzione che spesso accompagna la cultura statunitense odierna. Non si tratta di un film che funziona sempre e comunque: a volte si ha come la sensazione che la storia non sappia bene dove andare e alcune trovate intime e intimiste rischiano di far cadere il protagonista (e il film, con lui) proprio in quelle trappole che vorrebbe denunciare. In generale, comunque, American Fiction è una pellicola che sa miscelare i toni della commedia con la satira acida, in un film che è molto formale e pensato proprio per piacere al grande pubblico, e che non mancherà di raggiungere questo suo obiettivo. Nel cast del film, nei panni dello scapestrato fratello del protagonista, c'è Sterling K.

Brown, conosciuto soprattutto per il suo ruolo nell'amatissima serie This is us.

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