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Anastasia, perché siamo ancora affascinati dal mistero dei Romanov?

Anastasia è una pellicola che dimostra quanto, ancora oggi, siamo affascinati dalla famiglia Romanov e dal mistero della Gran Duchessa

Anastasia, perché siamo ancora affascinati dal mistero dei Romanov?

Anastasia è il film del 1959 che va in onda questa sera alle 20.55 su TV2000. Diretta da Anatole Litvak, la pellicola ha portato sul grande schermo la vicenda di Anna Anderson, la donna che dichiarò sempre di essere la vera Gran Duchessa Anastasia Romanov, sfuggita all'esecuzione avvenuta durante i giorni violenti della Rivoluzione d'Ottobre. Come si legge su Vanity Fair la storia della donna era legata più che altro a disturbi mentali che la portarono ad affermare di essere l'unica discendente dello zar. Anni più tardi esami del DNA negarono in modo definitivo qualsiasi legame tra la donna e Anastasia.

Anastasia, la trama

Nella Parigi del 1928 il generale Sergei Pavlovich Bounine (Yul Brinner) decide di provare a mettere le mani sull'eredità della famiglia Romanov, ottenendo il lascito dello Zar Nicola II. Il suo piano è quello di "assumere" una donna in grado di farsi passare per la Gran Duchessa Anastasia, che si vocifera sia riuscita a salvarsi dalla strage in cui ha perso la vita tutta la sua famiglia. La sua strada incontra quella di Anna Korev (Ingrid Bergman), una donna fuggita da un manicomio che il generale salva da un tentativo di suicidio. A quel punto Bounine cerca di istruire la ragazza di modo che risulti credibile come Gran Duchessa, per poter essere presentata all'Imperatrice Madre Marija Fedorovna (Helen Hayes). Tra allieva e maestro, però, iniziano a nascere sentimenti non previsti, che portano il generale a dubitare della sua missione, mentre Anna comincia a recuperare i ricordi che aveva perso.

Qual è il fascino dei Romanov?

Grazie al film del 1956 - che, secondo Coming Soon ebbe anche il merito di "salvare" la carriera di Ingrid Bergman - la vicenda legata alla leggenda della Gran Duchessa Anastasia si propagò come la proverbiale macchia d'olio e furono in molti ad essere affascinanti dal'idea di una ragazzina riuscita a sfuggire alla fucilazione e in costante ricerca della sua famiglia. Un fascino che poi raggiunse un altro apice negli anni '90 grazie al film d'animazione Anastasia, in cui Fiorello e Tosca doppiano i due protagonisti. Ancora oggi, a più di un secolo di distanza dalla Rivoluzione d'Ottobre è ancora molto forte il fascino legato alla caduta della famiglia Romanov, al punto che autori contemporanei come Jay Kristoff ha portato nel mercato editoriale una rilettura sci-fy della storia di Anastasia. Ma a cosa è dovuta questa fascinazione? Quali sono gli elementi che impediscono di "archiviare" la storia della famiglia Romanov?

Il primo elemento, forse, è da ricercarsi nell'idea quasi disneyana della famiglia. Come si legge anche su Tatler, infatti, lo zar Nicola II era legato alla moglie Tatiana e ai figli da un amore vero, che non aveva molto a che fare con le regole e le necessità della corte russa. Secondo quanto si legge sulla testata appena citata persino le guardie bolsceviche incaricate di controllare la famiglia negli ultimi, terribili giorni della loro vita, rimasero in qualche modo colpiti dal legame che c'era tra i componenti della famiglia e dal modo in cui ognuno cercava di essere d'aiuto e di conforto all'altro. Da questo punto di vista i Romanov non appaiono, nella "verità percepita" come strumenti di poteri o dittatori di un sistema al collasso. Al contrario, la sensazione è quella di sentire la struggente storia di una famiglia costretta ad affrontare la morte. L'empatia, in questo senso, è ciò che più di tutto veicola la vicinanza e il fascino verso i Romanov.

È indubbio, però, che il vero motivo per cui si continua ad essere affascinati dai Romanov è legato proprio alla leggenda della superstite all'eccidio. Sebbene, come riporta Wired, le ricerche sul DNA avrebbero dimostrato senza ombra di dubbio che nessuno della famiglia reale sia sopravvissuto, nell'immaginario collettivo persiste l'idea che una bambina sia riuscita in qualche modo a fuggire all'uccisione.

La mente umana ha bisogno di speranza e la storia di Anastasia, di questa piccola bambina innocente fuggita alla violenza, concede proprio questo: la speranza che in mezzo alla disperazione possa comunque esistere una luce.

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