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"Un clacson sensibilissimo": la Fiat 125 del Melandri

Vettura della piccola borghesia per eccellenza, divenne destriero di culto nella trilogia di "Amici Miei" e fu uno degli inneschi della celebre Supercazzola

"Un clacson sensibilissimo": la Fiat 125 del Melandri

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"Un clacson sensibilissimo": la Fiat 125 del Melandri

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L'hanno presentata nel 1967, augurandosi che possa sortire un discreto riscontro presso la classe media, quella che frugandosi bene comunque trova il gruzzolo per spostarsi dignitosamente. La Fiat 125 berlina sprint non ti suggerisce qualcosa di pomposamente artefatto. Quello che vedi è quello che c'è: tre volumi netti, quattro porte, motore anteriore e trazione posteriore.

L'ha ideata il grand commis Dante Giocosa, un tizio al quale hanno attribuito un compito senz'altro intricato, perché di tratta di sganciarsi dagli stilemi del passato per proiettarsi a pedale affondato nel futuro luccicante degli anni Settanta. Più semplice a dirsi che a farsi, come spesso accade. La fabbrica torinese mica ha le idee lucidissime. Come fai ad essere sicuro che gli italiani - la piccola borghesia in particolare - siano pronti per un cambio di paradigma netto? Il rischio di un flop è da scansare senza indugio.

Allora via ad una vettura interlocutoria. Una sorta di traghetto in lamiera che congiunge placidamente quell'epoca da mollare a quella nuova. Del resto la Fiat 1500, quella che si ispirava alla Chevrolet Corvair, pare un sogno definitivamente spedito in soffitta. Il cambiamento promesso potrebbe essere tutto premuto dentro l'abitacolo della futuribile Fiat 132, ma mentre quel progetto continua a rimbalzare da un ufficio all'altro tocca tamponare l'emorragia di consensi zampillante. Le vendite sono appannate? Nessun problema, ci pensa la 125 a flirtare con gli italiani.

Giocosa però deve armeggiare con quello che ha in casa. Indovinare una pozione salvifica con alambicchi usurati. Prende il pianale della Fiat 1500 C, seleziona la carrozzeria sinuosa della 124 Berlina e piazza sotto al cofano il motore già usato per le versioni Spider. Touché. La macchina si infila rapida nei garage di mezzo paese. E altrettanto rapidamente fa il suo debutto al cinema, ammiccando come umile comparsa o giostrando da protagonista.

E c'è uno zaffiro della settima arte italica che più di altri la sceglie per una parte principale. In "Amici Miei" la Fiat 125 diventa la macchina dell'architetto Rambaldo Melandri, nonché affidabile vettura di quel caravanserraglio. Tra le moltissime scorribande del disarmante quintetto resta scolpita, in fondo alle pupille collettive, la scena della clacsonata davanti al bar Necchi. Quella della più celebre tra le supercazzole.

La macchina si vede poco per intero, ma si capisce subito che diventerà strumento di facile dileggio. Accostati di lato davanti al bar suonano il clacson per richiamare Guido, ma subito sopraggiunge lo zelante vigile Paolini. "Lei ha clacsonato?", chiede all'architetto Rambaldo Melandri. Lui finge di non comprendere, spalleggiato dal Perozzi, che siede dietro.

"Ah sì, ho appoggiato appena il gomito, è un clacson sensibilissimo. Basta toccarlo, vede". Multa che già si inizia a scrivere da sola. Esce intanto dal bar il conte Mascetti, che si avvia verso il vigile pronto a disinnescare il potenziale torto. La supercazzola, nella sua versione più scintillante, è servita.

«Mascetti: Tarapìa tapiòco! Prematurata la supercazzola, o scherziamo?
Vigile: Prego?
Mascetti: No, mi permetta. No, io... scusi, noi siamo in quattro... come se fosse antani anche per lei soltanto in due, oppure in quattro anche scribài con cofandina? Come antifurto, per esempio?
Vigile: Ma che antifurto, mi faccia il piacere! Questi signori qui stavano sonando loro, 'un s'intrometta!
Mascetti: Ma no, aspetti, mi porga l'indice. Ecco, lo alzi così, guardi, guardi, guardi... lo vede il dito? Lo vede che stuzzica? E prematura anche! Ma allora io le potrei dire, anche con il rispetto per l'autorità, che anche soltanto le due cose come vicesindaco, capisce?
Vigile: Vicesindaco? Basta 'osì, mi seguano al commissariato, prego!
Perozzi: No, no, no, attenzione! No! Pàstene soppaltate secondo l'articolo 12, abbia pazienza, sennò... posterdàti, per due, anche un pochino antani in prefettura...
Mascetti: Senza contare che la supercazzola prematurata ha perso i contatti col tarapìa tapiòco!
Perozzi: Dopo!»

Esce quindi anche il Necchi, finalmente, che chiede indulgenza al vigile. Alla fine niente multa, anche se il pubblico ufficiale si sente vagamente preso in giro. I nostri risalgono sulla Fiat 125 Sprint, che riparte lenta lungo i viali, magari sorridendo anche lei sotto quelle giunture metalliche.

In fondo è il modello di mezzo più noto della storia del cinema.

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