“Damsel”, su Netflix la fiaba che diventa thriller di sopravvivenza

Un fantasy cruento che riscrive la formula del lieto fine, con una principessa guerriera chiamata a salvarsi da sola; non il solito femminismo, bensì un monito universale a non darsi per vinti

“Damsel”, su Netflix la fiaba che diventa thriller di sopravvivenza
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Damsel, il nuovo film Netflix Original in uscita oggi, è un’avventura fantasy diretta da Juan Carlos Fresnadillo e con protagonista la giovane star Millie Bobby Brown nei panni di principessa. Il film inizia dove le favole si chiudono solitamente, vale a dire dal classico matrimonio dei sogni del lieto fine, ma è destinato a rovesciare quasi tutti gli stereotipi di quel tipo di narrazione.

Elodie (una Millie Bobby Brown sempre più bella e più brava) appartiene alla famiglia regnante su di una terra arida e sterile. In un inverno particolarmente duro, il suo popolo ha freddo e fame e non ha provviste per sopravvivere fino al disgelo. Avviene però l’insperabile: la reggente del ricchissimo e a loro sconosciuto regno di Aurea la vuole in sposa per suo figlio. L'unione porterà risorse economiche inimmaginabili atte a salvare la popolazione in difficoltà. La realtà supera ogni più rosea fantasia: il principe (Nick Robinson) non è solo gentile, istruito e bello, ma ha anche la stessa aspirazione a girare il mondo di Elodie. Subito dopo il matrimonio, la coppia di sposi è condotta come da tradizione locale a compiere una seconda cerimonia, in seno ad una montagna. Qui avviene l’abominio. Non c’è da rendere omaggio agli antenati, bensì a un drago: Elodie viene lanciata nell’antro della bestia, come sacrificio. Alla ragazza servirà dar fondo a caparbietà e ingegno, oltre che a forza fisica, per tentare di salvarsi.

“Damsel” modernizza i racconti tradizionali dandone una nuova, avvincente interpretazione; a mezz’ora dall’inizio, comincia letteralmente un altro film, un thriller di sopravvivenza.

Dopo i ruoli da protagonista nella serie “Stranger Things” e nella saga “Enola Holmes”, Millie Bobby Brown fa un ulteriore passo e diventa produttrice esecutiva di quello che è un Netflix Original in cui, per buona parte della durata, si trova da sola sullo schermo. Determinata e coraggiosa evidentemente come l’eroina che interpreta, la diva in erba ha al suo fianco sulla scena anche le più navigate Robin Wright e Angela Bassett.

“Damsel” è un fantasy radicato nella realtà attuale perché non racconta solo il girl power ma anche certe fascinazioni da cui si viene bombardati oggigiorno: i social sono pieni di splendide cornici come il regno di Aurea. Ma vale la regola non scritta, quella sì davvero aurea, secondo cui “se qualcosa sembra troppo bello per essere vero, probabilmente lo è”.

Come fa una donzella in pericolo quindi a trasformarsi in donna adulta che non ha bisogno del sostegno di nessuno, figurarsi di un principe azzurro che accorra in soccorso? Contando esclusivamente sulla propria intelligenza e sulla propria volontà, questa è la risposta data da “Damsel”.

La vita è piena di tranelli, persone che deludono, prove e situazioni apparentemente senza via d’uscita. Il film insegna che anche contro ogni evidenza, cercando bene, esiste sempre un appiglio almeno temporaneo o uno squarcio di luce che, una volta individuato, apre a direzioni e ad azioni che alla lunga portano alla salvezza. L’importante è fuggire dall’immobilismo della vittima predestinata.

Piace pensare che il film non sia solo un'altra opera in salsa femminista, perché chiunque al mondo lotta e, nel farlo, può imbattersi nel “tesoro del drago”, vale a dire le proprie capacità potenziali. Solo lungo il cammino e attraverso esperienze intense e talvolta traumatiche, si scopre di cosa siamo capaci per necessità e ci si forgia guerrieri.

Al netto di ogni retorica, “Damsel” dice il vero e la sua ambientazione da inferno dantesco è tutt’altro che causale: ci sono studi che vedono nella speleologia uno “strumento di riscatto da una situazione di sofferenza psicologica, sociale o fisica”, quindi le labirintiche viscere della terra in cui si trova persa la protagonista hanno significati metaforici profondi. Quanto alla presa di distanza dall’archetipo disneyano, a renderne l’idea basti la scena degli uccellini che muoiono arsi vivi in volo (altro che quelli canterini di Biancaneve e Cenerentola).

"Damsel" è un film galvanizzante e che mette addosso

la voglia di non arrendersi. Inoltre ha il pregio di raccomandare di ragionare con la propria testa e di mostrare come basti una sola opera di misericordia a spezzare il ripetersi di crimini uguali da secoli.

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