Diego Abatantuono fa 70 anni: ecco i film per riscoprirlo

70 anni oggi per Diego Abatantuono, che nel corso della sua carriera ha collezionato personaggi iconici e film indimenticabili: ecco quali sono quelli da (ri)vedere

Diego Abatantuono fa 70 anni: ecco i film per riscoprirlo
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Diego Abatantuono spegne 70 candeline. Nato a Milano il 20 maggio 1955, l'attore è diventato ormai uno dei volti più riconoscibili della comicità italiana, con all'attivo alcuni ruoli diventati talmente iconici da essere citati ancora oggi. Attore, cabarettista, ideatore del programma Colorado Café, presentatore e di recente partecipante al reality show di Prime Video LOL - Chi ride è fuori, Abatantuono ha collezionato nel corso dei decenni ruoli che lo hanno portato ad essere molto amato dal pubblico.

Il debutto avviene con il film Liberi armati pericolosi di Romolo Guerrieri, regista che lo aveva già notato quando il giovane attore aveva fatto un'audizione per Gatti di Vicolo dei Miracoli. Ma il primo grande ruolo arriva nel 1981 quando Steno - su insistenza di Monica Vitti - lo vuole nel film Il tango della gelosia. Abatantuono interpreta Diego Sciannimanico, una guardia del corpo che viene convinta dalla protagonista (Vitti) a fingersi il suo amante per cercare di suscitare gelosia nel compagno, il principe Giulio Lovanelli (Philippe Leroy). Il tango della gelosia può essere definito come una commedia dei malintesi, in cui l'epilogo si raggiunge proprio attraverso una serie di equivoci. Ma il lungometraggio crea intorno a Diego Abatantuono una maschera - quella dell'omone un po' maleducato e grottesco - che tornerà in alcuni ruoli della sua carriera.

Non si può pensare alla filmografia di Diego Abatantuono, poi, senza citare la sua lunga collaborazione con Carlo Vanzina, di cui Eccezzziunale...veramente rappresenta forse il primo picco. Film cardine della carriera dell'attore, diventato un cult anche tra le nuove generazioni, il film racconta la storia di Felice, camionista pugliese tifoso della Juventus, Franco, tifoso dell'Inter e Donato Cavallo, capo ultrà della curva del Milan. Tutti e tre i personaggi hanno il volto e il talento di Diego Abatantuono, che si diverte a passare dall'uno all'altro creando delle maschere tragicomiche di italiani appassionati di calcio. Altro film fondamentale nella lunga e fortunata carriera di Diego Abatantuono è Attila flagello di Dio, film del 1982 diretto da Castellano e Pipolo. La pellicola all'uscita venne stroncata dalla critica, che accusò soprattutto il tono trash del lungometraggio. Ma proprio quegli elementi che non furono apprezzati dai giornalisti di settore si trasformarono in punti di forza per il pubblico, che elevò la pellicola a film cult che ancora oggi viene consigliato. Nel film Diego Abatantuono interpreta il re barbaro Ardarico, che decide di muovere guerra contro l'impero romano con un nugolo di soldati, salvo poi convincersi di essere il famoso Attila delle profezie, quel re barbaro capace di lasciare distruzione a ogni suo passaggio. Naturalmente le cose prendono una piega inaspettata e decisamente comica.

Diego Abatantuono, però, non è solo un attore comico e nel corso della sua carriera si è anche cimentato con ruoli più drammatici. Si pensi, ad esempio, a Io non ho paura, film del 2003 diretto da Gabriele Salvatores e trasposizione del romanzo omonimo firmato da Niccolò Ammaniti. La storia è quella di un bambino di 10 anni (Giuseppe Cristiano), che in un casolare apparentemente abbandonato scopre un bambino tenuto prigioniero (Mattia Di Pierro). In questo film di amicizia e coraggio, Diego Abatantuono interpreta Sergio, che secondo il protagonista è uno dei rapitori del suo nuovo amico. Grazie a questa sua interpretazione fatta di luci e ombre, di violenza e gentilezza, Diego Abatantuono vinse il Nastro d'Argento come Miglior Attore non protagonista. Uno dei più bei film a cui ha partecipato Diego Abatantuono e che merita una visione è senza dubbio Mediterraneo, diretto sempre da Gabriele Salvatore. Ambientato nel 1941, Mediterraneo racconta la storia di otto soldati che vengono spediti su un'isola greca che, dopo l'occupazione tedesca, è diventata una sorta di isola fantasma, perché la maggior parte della popolazione ha lasciato le sue coste. In realtà, questo atollo di terra in mezzo al mare diventa una sorta di paradiso terrestre, un angolo sperduto nel mediterraneo dove l'eco del conflitto bellico è così lontano da essere quasi dimenticato.

Sull'isola arriva anche Nicola Lorusso (Diego Abatantuono), che assisterà coi suoi occhi alla placida calma del luogo, man mano che la popolazione autoctona rimasta comincerà a fidarsi degli stranieri. Girato a Castelrosso, a est di Rodi, Mediterraneo nel 1991 vinse il Premio Oscar per il Miglior film straniero e Diego Abatantuono trionfò ai Nastri D'Argento.

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