Gary Oldman compie 65 anni: i 5 ruoli da ricordare

Da “Harry Potter” ai biopic, passando per commedie e thriller: l’attore premio Oscar è tra gli interpreti più versatili del panorama internazionale, tra genio e sregolatezza

Gary Oldman compie 65 anni: i 5 ruoli da ricordare

Talentuoso, camaleontico, incredibilmente vivo. Ma anche genio e sregolatezza, tra successi e sconfitte nel lavoro e nella vita privata. È difficile non citare il nome di Gary Oldman negli elenchi dei migliori attori a livello internazionale e non semplicemente per alcune sue recenti interpretazioni: il londinese ha sempre dimostrato di poter fare la differenza a prescindere dalla caratura del progetto, a prescindere dal genere e a prescindere dalla regia.

Dal personaggio di Sirius Black nella serie “Harry Potter” a quello di James Gordon nella trilogia del cavaliere oscuro diretta da Christopher Nolan, passando per la sontuosa recitazione in “Rosencrantz e Guildenstern sono morti”, premiato con il Leone d’oro nel 1990: Gary Oldman ha navigato tra realtà e finzione, tra thriller e fantasy, tra commedia e dramma senza mai risparmiarsi. Carismatico e dai mille volti, complesso e indecifrabile: il londinese può vantare un palmares invidiabile, eppure non ha raccolto quanto meritava. Lui, infatti, fa anche parte di quel gruppetto di attori un po’ troppo sottovalutati dal sistema cinema, incapace di comprendere fino in fondo la sua straordinaria versatilità. Gary Oldman compie oggi 65 anni, un traguardo da celebrare con le sue cinque migliori interpretazioni.

Sid & Nancy (1986)

Presentato al 39° Festival di Cannes in Quinzaine des Realisateurs, “Sid & Nancy” di Alex Cox rappresenta l’esordio sul grande schermo di Gary Oldman. L’attore londinese veste i panni di Sid Vicious, ex bassista del gruppo punk dei Sex Pistols dalla vita sregolata. Una storia con qualche imprecisione di troppo, ma caratterizzata da prove attoriali intense e potenti.

Léon (1994)

Tra i pochi exploit della carriera di Luc Besson, "Léon" è passato alla storia soprattutto per le performance dei suoi protagonisti. Insieme a Jean Reno e Natalie Portman, il talento di Gary Oldman, qui nei panni di Norman Stransfield, agente della DEA corrotto e tossicomane. Un’interpretazione affascinante e magnetica, anche se nelle vesti di un villain psicotico.

La talpa (2011)

Gary Oldman ha guadagnato la prima candidatura all’Oscar nel 2012 grazie alla sua performance ne “La talpa”, diretto da Tomas Alfredson e basato sull’omonimo romanzo del 1974. Il britannico interpreta l’agente dell’MI6 George Smiley e dà al personaggio alcune sfumature ammalianti, restituendo intenzioni e sentimenti del personaggio nato dalla penna di John le Carrè.

L’ora più buia (2017)

Gary Oldman nei passi di Winston Churchill ne "L'ora più buia", la sua migliore interpretazione ma anche una delle più belle performance degli ultimi anni. Oltre 200 ore di trucco per completare la trasformazione nell’ex primo ministro britannico, ma anche un’intossicazione a causa dei 400 sigari fumati nel corso delle riprese. Anima e corpo per una prova intensa e mai sopra le righe. Tra i vari riconoscimenti il Premio Oscar, il Golden Globe, il Premio BAFTA, il Critics Choice Award e lo Screen Actors Guild Award come miglior attore protagonista.

Mank (2020)

La performance in “Mank” di David Finche ha regalato a Gary Oldman la sua terza e per il

momento ultima candidatura agli Oscar. Il film segue la vita dello sceneggiatore Herman J. Mankiewicz, un personaggio borderline, arrogante e simpatico. Dialoghi straordinari per quanto verbosi, un flusso continuo di qualità.

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