
"La vita che salvate potrebbe essere la mia". Suonano come un presagio le parole che James Dean, divo di Hollywood degli anni '50, pronunciò durante un'intervista pochi mesi prima di perdere la vita in un terribile incidente stradale. L'attore nato a Marion nell'Indiana, astro nascente della cinematografia americana, era già una star quando morì a soli 24 anni mentre stava ultimando le riprese del film "Il gigante". Accadeva 70 anni fa, il 30 settembre 1955.
Da Broadway al cinema
Fu grazie a uno spot televisivo della Pepsi-Cola che James Dean si fece conoscere al grande pubblico nel 1950 ma Jimmy, così era soprannominato agli inizi della sua carriera, capì presto che per emergere avrebbe dovuto passare dal teatro. Trasferitosi a New York per studiare all'Actors, Studio Dean lavorò in molte produzioni (Studio One, Lux Video Theatre, Robert Montgomery Presents) e ottenne ruoli minori in film come "I figli della gloria" e "Attente ai marinai" prima di avere la sua grande occasione a Broadway con la commedia "The Immoralist" del 1954, che gli valse un Daniel Blum Award e l'Antoinette Perry Award come "il più promettente giovane attore dell'anno". Con gli occhi del cinema puntati addosso James Dean ottenne il suo primo ruolo da protagonista nella pellicola a colori "La valle dell'Eden" di Elia Kazan, grazie al quale ottenne una candidatura al premio Oscar al miglior attore.
Gioventù bruciata
Dei tre film interpretati da James Dean nella sua breve carriera "Gioventù bruciata" del 1955 è stato il più significativo. Il regista Nicholas Ray avrebbe voluto Marlon Brando a vestire i panni del protagonista Jim Stark - giovane dedito a delinquenza, alcolismo e violenza - ma il rifiuto del divo americano lo spinse a chiamare Dean e mai scelta fu più azzeccata perché, grazie alla sua interpretazione, l'attore divenne il simbolo della gioventù moderna americana ribelle. James Dean fu candidato ai BAFTA come "Miglior attore straniero" senza però ottenere l'ambito riconoscimento ma il set di "Gioventù bruciata" gli spalancò le porte per un altro ruolo importante, quello di Jett Rink in "Il gigante", film uscito postumo (nel 1956) è per il quale l'attore ottenne la sua seconda candidatura all'Oscar.
La Porsche e il tragico destino
James Dean aveva appena finito di girare il suo terzo e ultimo film "Il Gigante" quando fu vittima di un terribile incidente stradale, che non gli lasciò scampo. L'attore aveva lasciato il set il 22 settembre 1955 e si stava godendo qualche giorno di riposo, facendo ciò che più amava fare: guidare auto sportive. Il 30 settembre 1955 era atteso a Salinas, in California, per una gara automobilistica ma Dean non arrivò mai all'appuntamento. Lungo la Route 46 all'altezza di Cholame la sua Porsche 550 Spyder - che l'attore aveva soprannominato Little Bastard - si scontrò frontalmente con un'altra vettura guidata dal 23enne Donald Gene Turnupseed.
Quest'ultimo rimase illeso, mentre Dean morì pochi minuti dopo lo scontro. Per molti anni si è parlato di presunte fotografie dell'attore intrappolato nella sua Porsche scattate subito dopo l'impatto, ma di quelle foto non si è mai avuto riscontro.