Cinema

Gone, tutte le lamentele del regista del film con Amanda Seyfried

Il set cinematografico non è sempre un luogo ameno. Spesso, al contrario, è il luogo dove i registi devono abbassare la testa davanti alle richieste dello Studio: che è quello che è capitato al film Gone

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Gone è il film che va in questa sera sera alle 21.15 su Cielo. Diretto da Heitor Dhalia nel 2012, Gone è stato un film con una lavorazione molto difficile, stando almeno a quello che ha rivelato lo stesso regista nel corso di interviste con la stampa brasiliana.

Gone, la trama

Jill (Amanda Seyfried) e Molly (Emily Wickersham) sono due sorelle molto legate, che vivono nello stato dell'Oregon. La loro relazione è stata segnata da un evento terribile, che ha lasciato dei segni su entrambe. Jill, infatti, è stata rapita da un folle e tenuta prigioniera finché non è riuscita a ferire il suo aggressore e a ritrovare la sua libertà. La storia del suo evento traumatico, tuttavia, non ha convinto nessuno e tutti la trattano non come se fosse la superstite di un crimine, ma come una ragazza affetta da qualche disturbo psichiatrico. Un giorno, di ritorno a casa, Jill non trova più Molly e si convince che il suo rapitore è tornato. Nessuno, però, le crede e l'unica persona su cui Jill può fare affidamento è il detective Hood (Wes Bentley). Per Jill inizia così una lotta serrata contro il tempo per salvare la sorella ma anche per dimostrare a tutti di non essere pazza.

La difficile lavorazione sul set

Nell'immaginario collettivo il set di un lungometraggio cinematografico è sempre percepito con un'aurea di romanticismo, come se si trattasse di un luogo magico dove accadono cose altrettanto fuori dal comune. Nella realtà dei fatti, però, il set può essere un ambiente molto ostile per coloro che ci lavorano e a volte può diventare quasi il campo di battaglia di una guerra artistica che molto spesso coinvolge registi e produttori. È il caso, come si legge su Coming Soon, di quanto è accaduto durante la lavorazione di Gone - Scomparsa, un thriller tutto sommato dimenticabile che avrebbe subito le interferenze da parte della produzione, impedendo al regista Heitor Dhalia di avere il controllo sull'opera che avrebbe portato il suo nome. In un'intervista rilasciata a Veja, il regista ha infatti spiegato che una delle maggiori difficoltà nel dirigere un film a Hollywood, a parte la lingua (Dhalia parla, infatti, portoghese) era entrare in un sistema produttivo che non ha poi molto a che fare con il lato creativo della settima arte, ma è più interessato al lato più prettamente industriale. Secondo la ricostruzione fatta dal sito dell'Internet Movie Data Base questo modo di lavorare non era quello più apprezzato da Heitor Dhalia che, molto presto, ha cominciato a stancarsi delle continue ingerenze della produzione, al punto poi di sfogarsi con la stampa brasiliana di tutto quello che non ha funzionato durante la lavorazione di Gone. Secondo le interviste rilasciate dal regista stesso, infatti, sembra che le decisioni più importanti legate allo sviluppo del film non lo abbiamo mai riguardato: venivano, al contrario, prese tutte dalla produzione, che non sembrava nemmeno interessata ad ascoltare il giudizio o il parere del regista. Allo stesso modo Heitor Dhalia si è lamentato del fatto di non aver potuto incontrare Amanda Seyfried, protagonista della pellicola, prima dell'inizio delle riprese. In un mondo in cui il rapporto tra regista e attore è importantissimo per creare una comunicazione utile a ottenere un buon risultato sullo schermo, Heitor Dhalia si è sentito comunque tagliato fuori, come se fosse un semplice mestierante che non aveva diritto a un'opinione, nonostante il film portasse la sua firma. Il regista, che ha dovuto anche affrontare la sfida di fare il suo debutto a Hollywood con un film fortemente di genere e che dunque rispondeva a determinati canonici estetici e narrativi, avrebbe anche pensato di rinnegare il film, di prenderne le distanze e di togliere il suo nome dai crediti artistici.

Alla fine Heitor Dhalia ha scelto di non prendere questa decisione estrema, ma questo non gli ha impedito di lamentarsi della "società di Hollywood" con i giornali brasiliani.

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