Il film del weekend

“L’amante di Lady Chatterley”: un film sulla genesi della passione amorosa

L’ennesimo adattamento cinematografico del romanzo sposta il punto di vista al femminile e mette in scena con generosità gli appetiti del cuore e del corpo connaturati all’essere umano

“L’amante di Lady Chatterley”: un film sulla genesi della passione amorosa

L'amante di Lady Chatterley diretto da Laure de Clermont-Tonnerre è il quarto adattamento cinematografico del libro di D.H. Lawrence, un classico della letteratura erotica pubblicato per la prima volta nel 1928.

Esce oggi su Netflix e promette di far parlare, del resto è un ottimo film in costume con interpreti di statura ma classificato come vietato ai minori, denso com’è di nudi e sesso esplicito, anche se incorniciati sia narrativamente che visivamente in un contesto di pura bellezza che allontana il rischio di volgarità.

Fedele alla trama e al tono del libro, “L’amante di Lady Chatterley” sposta il punto di vista rispetto al romanzo, rileggendo la storia in chiave femminile ed è così che fa centro, divenendo l’adattamento più riuscito finora. Innegabilmente erotico ma anche autoriale, vanta una notevole ricostruzione storica, scenografie molto belle e costumi curati nel dettaglio.

Ambientato dal 1918 al 1919 nel Regno Unito, il film si apre con un matrimonio, quello tra Constance "Connie" Reid (Emma Corrin) e Clifford Chatterley (Matthew Duckett), un ricco lord. I due sembrano sinceramente innamorati ma lui è costretto l’indomani delle nozze a partire per il fronte. Quando torna è un ferito di guerra, paralizzato dalla vita in giù e bisognoso di cure a tempo pieno che accetta solo dalla moglie. Con lei si trasferisce a Wragby, una vasta tenuta di campagna di sua proprietà e che spera di lasciare un giorno ad un erede. Proprio per averlo incoraggia Connie a rimanere incinta di un altro uomo, essendo lui oramai impotente. Clifford si diletta come superficiale romanziere, accumula denaro sottopagando i minatori ed è completamente incurante del benessere di Connie. Le passeggiate all’aria aperta di lei si trasformeranno presto in incontri con il loro guardiacaccia, Oliver Mellors (Jack O'Connell). Tra i due lo sfogo sessuale atto ad arginare la solitudine diventerà il seme di una relazione amorosa sempre più totalizzante. Quando la lady inizierà a tornare alla magione con le vesti stropicciate, i capelli arruffati e lo sguardo luminoso, qualcuno si renderà conto della situazione.

Dimenticate il pruriginoso tout court di altri titoli passati sulla piattaforma con lo stesso divieto anagrafico. Quello al centro di “L’amante di Lady Chatterley” è il risveglio sensuale e sessuale di una giovane donna raccontato come se fosse il rifiorire di una pianta che era stata lasciata a lungo senz’acqua; intendendo con queste ultime parole non tanto una pace dei sensi prematura (non si muore di castità), ma una mancanza di cure e di nutrimento. L’abnegazione iniziale della protagonista nei confronti del marito paraplegico proietta la giovane in una dimensione in cui conta solo il bisogno altrui. La donna deperisce a vista d’occhio perché il suo quotidiano è scandito da fatica inutile (non fa niente che non potrebbe fare meglio di lei una persona preposta) e dal vagare in un palazzo dalla ricchezza sterile. Non stupisce come vada a finire. Per dirla alla Anais Nin: “Soltanto una donna insoddisfatta ha bisogno di lussi. Una donna soddisfatta può dormire sul pavimento”.

La relazione sentimentale del film è di quelle che ignorano differenze di classe e calcoli accessori, perché non hanno altro padrone che la propria “forza, libertà ed estasi” per citare le tre parole pronunciate dagli amanti in un momento in cui celebrano, giocosi sull’erba, il proprio amore.

L'interprete protagonista, Emma Corring, diventata nota come la Lady Diana della quarta stagione di “The Crown”, è perfetta sia come sposina fiduciosa all’inizio, sia come aspirante al martirio dopo, quando il suo personaggio scopre di avere accanto un uomo arido, prima ancora che sterile, e il cui più grave handicap è l’anaffettività. Meravigliosamente espressiva, vediamo piano piano la sua Connie sbocciare orientata al cielo, desnuda nel corpo e accesa nell’anima, in ascolto per la prima volta della propria urgenza fisica ed emotiva. Il tumulto interiore e le frustrazioni lasciano il posto a una vitalità febbrile e dionisiaca, nonché alla legittimazione del desiderio e della libera intimità, grazie all’incontro con un uomo sensibile, capace di compassione umana e che conosce il vero significato di parole come dignità e rispetto.

Alla purezza luminosa emanata dalla Corring si deve l’equilibrio con cui l’erotismo sfacciato di molte scene, in cui è completa l’esposizione dei corpi e degli amplessi, resta lontano dalla pornografia e dall’osceno. Il sesso nel film ha invero qualcosa di sacro e al contempo naturale, è celebrazione dell’essere al mondo.

“L’amante di Lady Chatterley” è un film che ha molto altro da offrire e ha tempo per farlo, vista la durata di oltre due ore: ci sono le conseguenze della prima guerra mondiale, i pericoli dell'industrializzazione e il crescente conflitto di classe.

Resta indubbio però che la sua forza sia raccontare una storia senza tempo, quella che vede due persone avvicinarsi per supplire a un bisogno fisiologico, scoprirsi complici nell’esplorazione dei sensi, infine consacrarsi l’una all’altra in una mescolanza di tenerezza, spasmo erotico e romantica voluttà.

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