
da Venezia
In Italia son già cinquantadue. Parliamo dei film prodotti dal nostro Paese, tra lungometraggi e cortometraggi alla 82a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema ne abbiamo contati 29 nella selezione ufficiale, 11 in quella della sezione parallela e autonoma della Settimana Internazionale della Critica e 12 nell'altra delle Giornate degli Autori. Tanti, pochi, troppi? Continuando sulla falsariga del catalogo del Don Giovanni, con cui abbiamo iniziato queste righe, ce n'è «d'ogni grado, d'ogni forma, d'ogni età». A partire dai 5 titoli che fanno bella mostra in concorso nella Mostra.
Le stellette della stampa italiana e, caso più unico che raro, di quella internazionale, raccolte dal daily di Ciak, sono abbastanza concordi nel promuovere i primi quattro film passati in concorso, La Grazia di Paolo Sorrentino (media voti 3,5 su 5), Sotto le nuvole di Gianfranco Rosi (3,1), Duse di Pietro Marcello (3,5) ed Elisa di Leonardo Di Costanzo (3,4). Vedremo oggi come verrà accolto l'ultimo e misterioso italiano in concorso, Un film fatto per Bene del genialoide Franco Maresco che fa di necessità virtù mettendo in scena le riprese di un suo stesso film su Carmelo Bene, interrotte bruscamente dopo l'ennesimo incidente sul set. A staccare la spina è il produttore Andrea Occhipinti, esasperato dai ciak infiniti e dai ripetuti ritardi. Il regista accusa così la produzione di «filmicidio», facendo poi perdere le sue tracce.
Tornando ai numeri, giusto per conoscere pesi e misure del cinema italiano, tutti e cinque i film del concorso sono stati finanziati direttamente dal Ministero della Cultura, oltre ad aver fatto richiesta per il credito di imposta (il famoso, ora ingiustamente quasi famigerato, Tax Credit) mentre Sotto le nuvole, Duse ed Elisa sono co-prodotti da Rai Cinema come altri 19 titoli del monte complessivo dell'armata dei cinquantadue.
La vetrina veneziana è lo specchio perfetto dell'attuale sistema di produzione che vede un importante sostegno pubblico concentrato su opere dall'alto costo. Per capirci, i budget totali dei 5 film in concorso comunicati alla Direzione Generale del Cinema e dell'Audiovisivo sono così suddivisi: La Grazia è costato 20,8 milioni di euro, Sotto le nuvole 4, Duse 10,5, Elisa 5,9, Un film fatto per Bene 1,4.
Quest'anno la pattuglia dei film in concorso è apparsa qualitativamente molto alta bravo direttore Barbera! e anche più coesa, nonostante l'eterogeneità delle proposte che includono anche un film documentario come quello di Rosi con il suo cielo sotto al Vesuvio. A sorprendere tutti, il film di apertura di Paolo Sorrentino che con il suo Toni Servillo è tornato alla fascinazione per i grandi personaggi della nostra politica, dopo Andreotti e Berlusconi ecco un Presidente della Repubblica vedovo e con una figlia avvocata, come Mattarella. Anche Duse di Pietro Marcello rientra perfettamente nelle linee ministeriali che «attenzionano» e sostengono le storie di identità culturale nazionale italiana come è quella con Valeria Bruni Tedeschi che interpreta «La Divina» e dà del filo da torcere a D'Annunzio. Chiudiamo con Elisa che è un rigoroso e sofisticato teorema su una detenuta condannata per l'omicidio della sorella e su come funzioni la psiche umana.
Per la prima volta, quest'anno, nessuno ha detto o scritto che un titolo italiano fuori concorso avrebbe meritato la competizione ufficiale.
Allora lo facciamo noi, Orfeo di Virgilio Villoresi, straordinario adattamento di Poema a fumetti di Dino Buzzati, è il film italiano più originale e sperimentale degli ultimi anni. Un ufo nel nostro cinema che comunque dimostra come, alla fine, il suo sistema riesca anche a sostenere dei veri e propri outsider.