Approdato su Netflix lo scorso 22 novembre, L'universo svelato è una miniserie documentaristica nata dalla collaborazione tra il colosso dello streaming on-demand e l'emittente britannica BBC. Si tratta di un programma inserito nella sezione dedicata anche ai giovani spettatori, che, attraverso una voce narrante che miscela l'autorevolezza della BBC con il tono della fiaba, racconta le meraviglie non solo del nostro pianeta, ma dell'universo stesso.
Narrata - in lingua originale - dall'attore Morgan Freeman e composta da sei episodi, questa bella serie doc punta a dimostrare come ogni parte della Terra, ogni singola vita che abita il Pianeta Azzurro, sia in realtà collegata, intrecciata a un sistema più grande e sconfinato, che non si limita ai confini entro l'atmosfera, ma si allunga oltre le stelle, in quel vuoto siderale dove, più di tredici miliardi di anni fa, il Big Bang ha dato origine a una magia che non ha smesso di svolgere il suo lavoro.
L'universo svelato: uno spettacolo per gli occhi
Come un mago un po' geloso dei trucchi che porta in scena, così l'universo si presenta agli esseri umani come un mistero di difficile risoluzione. La nascita del Sole, la capacità delle stelle di brillare nella volta celeste anche anni dopo la loro morte, l'esistenza stessa dei pianeti e delle loro orbite sono informazioni che, per la maggior parte delle persone, rientrano quasi nella sfera della magia. Elementi con una loro spiegazione scientifica, che tuttavia rimangono avvolti in un enigma pieno di fascino, che sembra appartenere a un'altra realtà. Ed è proprio per confutare questo assioma che L'universo svelato si offre agli spettatori, cominciando come un documentario sulla vita nella savana, in una natura selvaggia dove vince sempre il più forte. La tesi che sembra si voglia dimostrare è proprio quella secondo la quale l'universo non fa parte di una "realtà altra", ma appartiene invece alla sfera del quotidiano, a tutto ciò che esiste pur senza essere visto o toccato. E per dimostrare questa tesi si fa un buon uso del montaggio alternato tra la fauna e la flora terrestre e quello che avviene oltre lo strato dell'atmosfera, in quello spazio che affascina e spaventa al tempo stesso.
Il primo aspetto da sottolineare, quindi, nel recensire L'universo svelato, è il grande impatto invisivo che la serie offre a chi guarda. Bastano già poche inquadrature, nel primo episodio, per rendersi conto della grande attenzione data ai dettagli e dell'importanza degli effetti speciali che cooperano sia a rendere "concreto" l'universo, sia ad avvolgere lo spettatore, che si sente davvero coinvolto in questo racconto per immagini che sottolinea quanto la meraviglia e la bellezza coesistano da sempre in un mondo che spesso è troppo occupato a guardare solo i lati negativi. Le immagini che compongono questa serie documentaria sono davvero di quelle da togliere il fiato, che sembrano guardare un po' all'arte di grandi registi come Terrence Malick, autore di film come The tree of life.
Un prodotto che vuole insegnare, ma non annoiare
L'universo svelato non dimentica poi mai il suo intento educativo: pur nella spettacolarizzazione della natura e della scienza, rimane sempre chiaro che l'intento è quello di insegnare qualcosa. Ciò che è interessante notare, tuttavia, è che questo intento non viene mai affrontato con toni saccenti, né con la pedanteria dei libri di scuola. Il tono della voce narrante è spesso colloquiale, diretto e naturale, come se volesse ricalcare i ritmi di una conversazione tra amici. Anche per questo, all'interno del prodotto, non vengono forniti solo dati scientifici e numerici, ma anche storie, leggende e teorie, per arricchire ancora di più il discorso e dimostrare che la scienza può essere un buon cibo per l'immaginazione e viceversa.
Va però sottolineato che si è comunque davanti a un documentario, a qualcosa che è fatto più per insegnare qualcosa che per fare intrattenimento tout cour.
Questo vuol dire che difficilmente il prodotto appassionerà chi non è amante del genere o chi tende a perdere l'attenzione quando non c'è azione ma solo i cosiddetti "spiegoni". In questo senso, forse, non aiuta nemmeno la durata di ogni episodio, che oscilla tra i quarantacinque e i cinquantacinque minuti, e che possono rappresentare una vera sfida a chi non è appassionato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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