Cinema

L'errore (più grande) della Biancaneve politicamente corretta

La nuova Biancaneve fa fuori il principe. Ma così ci si dimentica che non ci si salva da soli

Non ci si salva da soli. Il grande errore della nuova Biancaneve

Ascolta ora: "Non ci si salva da soli. Il grande errore della nuova Biancaneve"

Non ci si salva da soli. Il grande errore della nuova Biancaneve

00:00 / 00:00
100 %

Passi per i nani che sono spariti. Passi pure che Biancaneve, che deve il suo nome proprio al candore della sua pelle, tanto bianca non è. Ma il principe che sparisce dall'ennesimo riadattamento della fiaba dei fratelli Grimm non è proprio accettabile. E non perché vogliamo difendere il patriarcato o una visione machista del mondo. E nemmeno perché sosteniamo la cultura dello stupro (il principe la bacia infatti senza alcun consenso). Ma perché la figura di Florian ci ricorda che non ci si salva da soli. E questo vale per tutti e in qualsiasi rapporto.

Nella versione tradizionale, non quella di Walt Disney, il principe nemmeno bacia Biancaneve. Ai nani chiede solamente di portarla via con sé. Ed è solo merito di un servitore sbadato, che inciampa in una radice mentre trasporta la bara di cristallo mandandola in frantumi, se Biancaneve sputa la mela che la strega-matrigna le aveva fatto mangiare, facendola affondare in un sonno profondo e, apparentemente, eterno.

Il gesto del principe ha un unico scopo nella fiaba: ci ricorda che la morte si può sconfiggere solamente se c'è qualcuno pronto ad essere al nostro fianco senza chiedere nulla in cambio. In una parola: ad amarci. Per quello che siamo e non per quello che gli altri vorrebbero che fossimo. E ad amarci anche quando non siamo in grado di dare nulla in cambio. Florian desidera portare con sé il corpo morto di Biancaneve solamente per due motivi: guardarlo e onorarlo tutti i giorni della sua vita (e non è forse questo il senso del matrimonio?). Quando si pronuncia la promessa in chiesa si dice infatti: "Accolgo te come mia sposa, prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita". Nella gioia e quando si sta bene, quindi quando è tutto facile. Ma anche nel dolore e nella malattia, quando tutto è più difficile. Tutti i giorni della vita, anche quando la sposa non ci sarà più, dunque. Anche quando sarà come Biancaneve.

Florian non si aspetta nulla dalla sua bella. Non le chiede niente. Non spera nemmeno che possa tornare in vita. Desidera solamente che venga trattata con il rispetto e l'onore che merita. Ma è a questo punto che accade l'imprevisto: la bara va in frantumi e Biancaneve si sveglia. È solamente da un atto incondizionato e gratuito che può nascere l'amore. Che può avvenire il miracolo. Ma ci deve essere qualcuno pronto ad amare in questo modo. "Chi, se non un soldato o un amante, / sopporterà il freddo della notte, e la neve mista alla fitta pioggia?", scrive Ovidio. Ed il principe, nel Medioevo immaginario di Biancaneve, incarna proprio questo: l'amante-soldato. Colui che è disposto a vegliare il sonno eterno della propria amata. Colui che fa l'unica cosa che deve fare: restare.

Lasciando aperta l'ipotesi dell'imprevisto, del miracolo. Della bara che può andare in frantumi oppure no. Chi lo sa. L'importante è amare.

E restare.

Commenti