Il figlio morto in culla e quello ucciso dal tumore. I grandi dolori di Robert Redford

Robert Redford, scomparso a 89 anni, non è stato solo un’icona del cinema mondiale, ma anche un uomo segnato da profondi dolori personali. Due grandi tragedie hanno colpito la sua vita: la perdita del primogenito Scott e quella del figlio James, regista e attivista, scomparso nel 2020 a causa di un tumore al fegato

Il figlio morto in culla e quello ucciso dal tumore. I grandi dolori di Robert Redford
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La carriera di Robert Redford, scomparso all’età di 89 anni, è stata costellata di successi e riconoscimenti, che lo hanno reso una delle icone più amate del cinema americano. Tuttavia, dietro il volto affascinante dell’attore e regista si cela una vita privata segnata da profondi dolori. Tra i momenti più drammatici della sua esistenza, vi sono la perdita di due figli: Scott, morto in tenerissima età, e James, scomparso nel 2020 a causa di un tumore.

La tragica morte del primogenito, Scott

Nel 1959, appena un anno dopo il matrimonio con la storica compagna Lola Van Wagenen, Redford dovette affrontare un lutto devastante: la morte del primo figlio, Scott, a soli due mesi di vita. Il piccolo fu vittima della sindrome della morte improvvisa del lattante, un evento raro e ancora oggi in gran parte inspiegabile, che può colpire bambini apparentemente sani tra il primo mese e l’anno di età. Un dolore lacerante per Redford, che all’epoca si sentì in qualche modo responsabile per la tragedia, nonostante si trattasse di una fatalità fuori dal controllo umano.

James Redford, una vita tra impegno e malattia

Molti anni dopo, un nuovo dramma colpì l’attore: la scomparsa del figlio James Redford, conosciuto da tutti come Jamie, morto nel 2020 all’età di 58 anni. James combatteva da anni con una malattia epatica cronica, che lo aveva costretto a sottoporsi a due trapianti di fegato già negli anni ’90. Nonostante la lunga battaglia, una diagnosi di tumore al fegato arrivata nel 2018 segnò l’inizio della fine.

Regista, documentarista e ambientalista, James aveva dedicato la sua vita a cause sociali e ambientali. Nel 1999 realizzò il documentario The Kindness of Strangers, dedicato alla vita dei trapiantati, e fondò il James Redford Institute for Transplant Awareness, impegnato a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della donazione di organi. Alla sua morte, ha lasciato la moglie Kylie e due figli.

Un legame profondo tra padre e figlio

Nonostante i rispettivi impegni professionali, Robert e James erano legati da una profonda affinità anche sul piano delle battaglie civili. Entrambi si erano schierati apertamente contro la gestione della pandemia da parte dell’amministrazione Trump e contro il negazionismo del Covid, condividendo una visione progressista e umanitaria del mondo.

L’eredità emotiva di Redford

La perdita di due figli ha segnato indelebilmente la vita di Robert Redford, aggiungendo una nota di struggente umanità al profilo di una star che ha saputo conciliare la fama con l’impegno civile e la

riservatezza.
Dietro l’immagine pubblica dell’attore, regista e fondatore del Sundance Film Festival, c’era un uomo capace di affrontare il dolore con dignità, senza mai rinunciare ai valori in cui ha sempre creduto.

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