Cinema

Sciopero degli sceneggiatori a Hollywood: quali serie sono a rischio?

Hollywood è in fermento: gli sceneggiatori della Writers' Guild of America sono scesi in piazza per scioperare contro le grandi produzioni, responsabili dell'impoverimento del loro lavoro

Sciopero degli sceneggiatori a Hollywood: quali serie sono a rischio?
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Inizierà nella giornata del due maggio lo sciopero degli sceneggiatori di Hollywood: una decisione presa all'unanimità degli associati alla Writers' Guild of America (WGA), il sindacato degli sceneggiatori statunitensi. Uno sciopero che, secondo quanto si legge su Il Sole 24 Ore, prende il via dopo il fallimento dell'incontro tra sceneggiatori a la Alliance of Motion Picture and Television Producers, che ha fatto le veci delle compagnie presenti a Hollywood. Il nuovo sciopero arriva a quindici anni di distanza dal terribile sciopero iniziato nell'autunno del 2007 e conclusosi nei primi mesi del 2008, che portò al licenziamento di numerose persone ma anche a una perdita colossale di introiti. Nonostante l'esperienza pregressa, però, gli sceneggiatori di Hollywood non hanno vacillato nemmeno per un istante nell'annunciare il loro ricorso allo sciopero per difendere i propri diritti, soprattutto alla luce dei tanti cambiamenti che sono emersi nel mondo dell'intrattenimento negli ultimi anni.

Le cause dello sciopero a Hollywood

Complice la supremazia di Netflix e delle altre piattaforme streaming on demand, che ha raggiunto livelli quasi spaventosi grazie alla pandemia di Covid-19, gli sceneggiatori hanno sentito il bisogno di far sentire la propria voce, perché il progresso nella distribuzione di prodotti e show ha portato a un impoverimento del loro lavoro. Se, soprattutto nell'era pre-2008, gli sceneggiatori potevano contare su serie tv - tanto in chiaro che via cavo - che contavano almeno 22 episodi, oggi l'intrattenimento è molto più orientato verso le miniserie o le serie antologiche. E anche qualora si decidesse di produrre una serie tout cour, difficilmente il numero degli episodi va oltre il numero dieci. Come si legge sul The Guardian, questi cambiamenti avrebbero portato gli sceneggiatori a lavorare di più per guadagnare meno denaro. Secondo i dati raccolti dalla Writers' Guild of America, mentre i salari degli sceneggiatori calavano a picco - sfiorando il minimo sindacale - i profitti delle varie produzione sono cresciuti a dismisura. I profitti sono saliti dai cinque miliardi dei primi anni Duemila ai trenta miliardi del 2021. Nonostante questa crescita esponenziale, che ha arricchito le tasche dei produttori esecutivi, i salari degli sceneggiatori non solo non sono aumentati, ma si sono abbassati del quattro per cento.

Quali saranno le serie tv a rischio?

Con lo sciopero degli sceneggiatori in atto, i primi prodotti che si fermeranno saranno senza dubbio i talk show. Quindi tutti i programmi con Stephen Colbert, Jimmy Fallon o Jimmy Kimmel, ad esempio, potrebbero dissolvere al nero in breve tempo. Ma si tratta di spettacoli che intaccherebbero soprattutto il pubblico statunitense, visto che quello internazionale non è così dipendente da questi show. Le soap opera come Days of out lives e General Hospital, che vanno in onda quotidianamente e prevedono l'utilizzo di un lavoro massiccio da parte degli sceneggiatori, potrebbero essere i successivi ad essere bloccati. Le serie comedy o drammatiche che già vanno in onda dovrebbero invece riuscire ad arrivare alla fine della stagione senza troppi problemi, visto che si tratta di serie già scritte al completo. Per quanto riguarda le produzioni streaming, il discorso è leggermente diverso. Netflix, Disney e HBO - per citare tre dei maggiori colossi dell'offerta on-demand - lavorano con molto anticipo. Perciò al momento lo sciopero non dovrebbe intaccare la loro programmazione. Tuttavia, se lo sciopero dovesse andare per le lunghe, necessariamente le serie previste per il l'autunno del 2023 o l'inizio del 2024 potrebbero essere a rischio. Alla fine dell'anno, ad esempio, dovrebbe arrivare su Netflix la terza stagione di Bridgerton, che però potrebbe slittare. Discorso analogo per la sesta stagione di The Crown: sebbene non ci sia una data d'uscita ufficiale, se lo sciopero perdurasse sarebbe complicato che la serie potesse vedere la luce a novembre o dicembre, come si ipotizza. Per quanto, ad esempio, riguarda Disney+, lo sciopero potrebbe far slittare la serie The Acolyte, ambientata nell'universo di Star Wars e prevista per il 2024. Potrebbero esserci guai in vista anche per la nuova stagione di Daredevil, riesumata da Disney dopo la cancellazione di Netflix, in cui Charlie Cox e Jon Bernthal riprendono i ruoli di Matt Murdock e Frank Castle. La serie è al momento in produzione, con le riprese che stanno avendo luogo a New York. Se lo sciopero andasse davvero per le lunghe, anche la sua messa in onda potrebbe subire dei ritardi non indifferenti. In effetti, secondo una nota riportata sempre dal The Guardian, la WGA ha avvisato che lo sciopero potrebbe intaccare il 45% degli episodi delle serie prodotte da grandi major come Disney e Paramount.

A rischio anche i film?

Per quanto riguarda i film, non dovrebbero esserci rischi a breve termine. Le produzioni cinematografiche, infatti, hanno tempi di realizzazione molto lunghi. Il che vuol dire che, in genere, un film viene realizzato con almeno un anno e mezzo d'anticipo: un margine alquanto ampio che fa sì che le pellicole che devono uscire nei prossimi mesi siano già stati scritti e, in buona parte, girati.

Lo sciopero dovrebbe avere una durata davvero biblica per intaccare anche il mondo della settima arte.

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