Roma - In Italia non v’è più alcuna certezza. Nemmeno nel cinepanettone che - Cristian De Sica dixit (un po’ avventatamente per la verità) - «mantiene l’intero cinema italiano». Se così fosse allora per quest’anno si tratterebbe quasi di una tragedia. Perché a festività ormai concluse si è avverato quanto si era intuito nei giorni scorsi sugli incassi di Natale a Beverly Hills di Neri Parenti rilevando che non erano in linea con quelli dell’anno precedente. Ora la conferma dei dati Cinetel: il film prodotto da De Laurentiis è fermo a un incasso totale di circa 20 milioni e mezzo di euro. Ne mancano all’appello, rispetto a Natale a Rio del 2008, quasi 3 milioni che, convertiti in spettatori, fanno più o meno mezzo milione di persone. Intendiamoci, Natale a Beverly Hills è pur sempre il secondo incasso assoluto della stagione dietro a L’era glaciale 3 - L’alba dei dinosauri giunto a quasi 30 milioni, ma è evidente che dopo 25 stagioni - come ha giustamente sottolineato venerdì il Riformista - il cinepanettone sia un po’ indigesto e mostri la sua età.
Chissà che De Laurentiis non l’avesse previsto quando, per la prima volta, quest’estate chiese al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, così da accedere almeno a vantaggi indiretti come gli sgravi fiscali, il riconoscimento dell’interesse culturale nazionale. Che gli è stato puntualmente assegnato dalla commissione della Direzione Generale per il Cinema il 4 dicembre scorso, anche se «da confermare a visione della copia campione del film». Sulla decisione sono poi montate le polemiche e probabilmente non se ne farà più nulla. Comunque Natale a Beverly Hills di soldi dal Ministero ne prenderà parecchi per i cosiddetti ristorni calcolati in percentuale sugli incassi. È la legge. Incentivi alla produzione ideati, fin dal 1949 con Andreotti, per sostenere la nostra industria.
Nella battaglia degli incassi di poco conforto sarà per Aurelio De Laurentiis la notizia che il suo principale competitor, Io & Marilyn di e con Leonardo Pieraccioni, sia rimasto al palo al di sotto dei 13 milioni di incasso. Molto lontani i tempi - ma si trattava solo del Natale 2003 - in cui era il comico toscano a dare del filo da torcere a Natale in India con il suo Il paradiso all’improvviso. Che poi superò i 20 milioni d'incasso. Un altro mondo rispetto a Io & Marilyn. Corsi e ricorsi storici? Come per il cinepanettone di De Laurentiis è troppo presto per parlare di declino. Anche perché Pieraccioni ha sette vite e in passato ha già toccato il fondo - se così si può dire - passando dai 78 miliardi di lire d’incasso nel 1996 con Il ciclone (il più grande successo di tutti i tempi in Italia) agli 11 miliardi nel 2001 di Il principe e il pirata. Ma anche per lui questi 8 milioni di euro in meno rispetto ai 20 di Una moglie bellissima di appena due anni fa sono un dato pesante e sconfortante.
Tempi duri quindi per la quota di mercato del prodotto italiano anche perché è imminente, venerdì, lo sbarco del megagalattico Avatar per la gioia degli italici esercenti che così faranno l’en plein d’incassi. E chissà quali danni avrebbe fatto se fosse uscito prima, il 18 dicembre, come nel resto del mondo...
Fortunatamente però, per il nostro cinema, in un irrituale martedì 5 gennaio è arrivato Io, loro e Lara di Carlo Verdone che sta andando benissimo e chiuderà nella sola prima settimana a 7 milioni di euro. Forse dovremo ringraziare più lui, che ha ideato e diretto un film molto originale, se il cinema italiano terrà.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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