Cinici e irriverenti ecco la fotografia dei ragazzi di oggi

Il sogno delle under 14: «Diventeremo veline con tanga e tacchi a spillo. Ma se ci va male faremo i magistrati»

Guardano la tv. Tanta. Hanno imparato a volare basso, sognano di sfondare ma hanno in serbo l’alternativa più realistica, e per questo non disdegnerebbero raccomandazioni e allora, vincere anche a mani basse va bene lo stesso. La morale, l’etica, i valori restano così chiusi nell’armadio, accantonati per un mondo che non è più il loro. Durante il tempo libero, loro si appiattiscono, silenziosi e apatici davanti alla tele. E così sognano, si immedesimano, imitano i comportamenti dei personaggi famosi, li studiano e poi li riproducono. Sono gli adolescenti nati negli anni ’90, ragazzi di 12-14 anni, la prima vera generazione di «connected». Cinici e vincenti a tutti i costi, in cui il doping va bene per vincere una gara (il 22,7 dice di avere amici che lo utilizzano e l’11% non esiterebbe a usarlo). Giovani che nella confusione del dover emergere si sono persi per strada la magia del sognare, sganciati dal «per sempre», dalle grandi utopie, dai grandi ideali. È il quadro che emerge dall’indagine condotta dalla Società italiana di pediatria, realizzata su un campione di 1.200 studenti delle scuole medie.
Sono gli adolescenti allo specchio, che rispondono a questionari sulle loro abitudini, i loro valori, le loro ambizioni. Gli uomini di domani. Cresciuti con il mito della velina e del calciatore restano prudentemente ancorati al senso di realtà. Così la maggior parte delle ragazzine dice di voler diventare una velina, ma poi, se non dovesse funzionare, va bene anche il magistrato, come dire, «Se non sfondo con il perizoma e tacchi alti posso sempre mettere la toga o il camice».
Il 72,2 per cento di loro crede che per realizzarsi sia molto importante avere raccomandazioni e amicizie influenti. Gli spot definiscono scelte e valori, l’83,9 per cento desidera le cose viste nella pubblicità. Ex bambini cresciuti con il chiodo fisso dell’aspetto fisico, il 50,3 per cento vorrebbe essere più magro, il 59,6 più alto, il 61,1 più bello e il 20,3 per cento confessa di aver già fatto una dieta. Nati quando il computer era già entrato nella case dei loro genitori, sono gli ex bambini che hanno strabiliato mamma e papà perché «loro sì che ci sanno fare con il computer». Navigatori esperti in rete, abilissimi con mouse e desktop, rapidissimi a digitare sul cellulare messaggini, ascoltano l’Ipod e scaricano file musicali, hanno come idoli i protagonisti dei reality: chi appare vince, chi vince è in tv. Il successo è la gente che balla, che impara a recitare, che va a chiedere scusa in diretta all’amica del cuore, che va a corteggiare il fidanzato ideale seduto su un trono, o che semplicemente si chiude in una finta casa, dove le pareti della privacy non esistono, dove vince l’idea che ogni gesto merita di essere ripreso, osservato, spiato.


I dati raccontano che sono i ragazzi di provincia, quelli che vivono nei piccoli centri, a essere più a rischio. Rispetto ai «metropolitani» fumano di più e bevono più birra. È la noia del piccolo borgo, dove la modernità ha travolto tutto e lascia senza approdo una generazione di naufraghi.

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