Cinquant'anni fa moriva Micheal Curtiz, magistrale regista di Casablanca

Nato a Budapest nel 1886, apparteneva con l'austriaco Lang e il tedesco Lubitscha a quella generazione di ebrei askenaziti poi emigrati in Usa. Divenne popolare negli anni '30 guidando Errol Flynn e Olivia de Havilland in 5 film, ma la fama internazionale arrivò nel 1942 dirigendo Bogart e la Bergman. Morì nel 1962 senza poter concludere le riprese di Comancheros

Nella sua carriera ha diretto di tutto, dall'horror al western, dalla commedia brillante al musical, diventando ben presto uno dei più affidabili artigiani di Hollywood. E tale sarebbe rimasto se nel 1942 non avesse diretto «Casablanca», un melò talmente confuso, inverosimile e infarcito di luoghi comuni e frasi fatte da diventare un capolavoro. Con questa gloriosa medaglia appuntata al petto, Michael Curtiz ha così potuto entrare di diritto nella storia del cinema lavorando, si può ben dire, fino all'ultimo respiro. Girò infatti «Comacheros», ormai seriamente malato di cancro, tanto che le ultime scene vennero dirette da John Wayne. Curtiz si spense prima dell'uscita del film, giusto 50 anni fa, il 10 aprile 1962.
Manó Kertész Kaminer e soprannominato Miska, nato a Budapest il 24 dicembre 1886, rientra in quella generazione di ebrei askenaziti che fecero grande prima il cinema europeo poi quello americano. Ebrei erano infatti altri due emigrati di lusso come Fritz Lang, nato a Vienna nel 1980, e Ernst Lubitsch, Berlino 1892. Manó Kertész Kaminer visse nella capitale ungherese fino ai 17 anni quando lasciò la famiglia per unirsi a un circo per poi iscriversi alla «Royal Academy for Theater and Art» di Budapest. Nel 1912 iniziò la sua carriera di attore e regista, interrotta dallo scoppio della prima guerra mondiale: arruolato nell'esercito imperiale, venne spedito sul fronte orientale dove venne ferito. Rientrato a Budapest, riprese a girare già nel ' 17 quindi, finita la guerra, si trasferì prima in Austria poi in Germania.
Nel 1926 emigrò negli Stati Uniti, cambiò il nome in Michael Curtiz e iniziò la sua carriera hollywoodiana. Dopo un seria di drammoni, horror e un paio di commedia, in cui comunque recitavano John Barrymore, William Powell, James Cagney e Bette Davis, nel 1935 diresse «Capitan Blood», prima pellicola con la coppia Errol Flyinn-Olivia de Havilland. Curtiz infatti tornò a dirigere i due divi in «La carica dei 600» (1936), «Le avventure di Robin Hood» (1938), «Gli avventurieri» (1939) e «I Pascoli dell'odio» (1940). In quest'ultima pellicola c'era anche Ronald Reagan nel ruolo del generale Custer che, curiosamente, toccherà allo stesso Flynn appena un anno dopo in «La storia del generale Custer» di Raoul Walsh. Ma è il particolare con l'attore australiano che il regista confermerà un solido sodalizio, dirigendole in altre sei pellicole fino al 1941.
La consacrazione definitiva arriverà però l'anno successivo quando gli toccheranno ben due film da Oscar in rapida successione «Ribalta di gloria» (Yankee Doodle Dandy) finito a giugno e «Casablanca», inizialmente assegnato a William Wyler, ultimato a novembre. Per il primo, biografia del cantante, ballerino e compositore di George M. Cohan, James Cagney vinse il premio come migliore attore protagonista, Nathan Levinson per il sonoro, Ray Heindorf e Heinz Roemheld, per le musiche, mentre furono «nominati» la Warner, film, Curtiz, la regia, Walter Huston, attore non protagonista, Robert Buckner, soggetto, George Amy, montaggio. Successo bissato con «Casablanca»: statuetta al regista, alla Warner Bros, e a Julius Epstein, Philip Epstein e Howard Koch per migliore sceneggiatura non originale. Mentre andarono in «nomination» Humphrey Bogart, protagonista, Claude Rains, attore non protagonista, Arthur Edeson, fotografia, Owen Marks, montaggio, Max Steiner, colonna sonora. Nel 1998 l'American Film Institute l'ha inserito al secondo posto della classifica dei cento migliori film americani di tutti i tempi e dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è sceso di un solo gradino.
Curtiz conquistò fama mondiale e del resto si era rivelato abilissimo a tenere in equilibrio una vicenda esilissima piena di contraddizioni, portata avanti senza che nessuno avesse le idee chiare. Tanto che vennero girati, a scanso di equivoci, due finali: nel primo Ilsa parte con Victor Laslo, nel secondo con Rick. Solo all'ultimo momento, in fase di montaggio la scelta cadde sulla scena poi passata alla storia. Quanto meno del cinema.
Dopo aver toccato questi vertici, Curtiz continuò a lavorare senza più raggiungere la vena creativa toccata con «Ribalta di gloria» e «Casablanca» anche se nel 1945 registrò un ottimo successo di critica con «Il romanzo di Mildred», poco noto in Italia. Il film fece vincere un Oscar all'interprete, Joan Crawford e mandò in «nomination» Eve Arden e Ann Blyth, attrici non protagoniste. Nei successivi 15 anni la sua carriera proseguì molto intensa, arrivando a dirigere anche tre pellicole nello stesso anno fino all'ultima fatica, «Comancheros» con John Wayne.

Ormai ammalato di cancro non riuscì a portare a termine le riprese, completate dallo stesso Wayne che però insistette affinché nella locandina comparisse solo il nome di Curtiz. Il regista morì il 10 aprile 1962 a Hollywood e il suo corpo riposa ora nel cimitero di Glendale in California.

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