Marcello Chirico
Dora in poi per ottenere un alloggio Aler in Lombardia saranno fondamentali gli anni di residenza: da un minimo di 5 a un massimo di 10 o più. Lo stabilisce il nuovo regolamento regionale sui criteri per lassegnazione degli alloggi popolari approvato ieri dal parlamentino lombardo. Una modifica alla quale si è opposta lopposizione presentando una pregiudiziale di legittimità costituzionale sulladozione di questo nuovo criterio respinto però dal consiglio, che lha motivata sulla base di un parere dellUfficio Legale dello stesso Consiglio, il quale ha riscontrato come il principio della residenza venga già applicato in altre Regioni e non risulterebbero attualmente depositati presso la Corte costituzionale giudizi riguardanti queste leggi. «Questo è uno degli strumenti con cui assegnare le case che dobbiamo realizzare - ha spiegato lassessore alla Casa Giampiero Borghini -. Il nuovo regolamento entrerà in gioco quando, nel 2007, avremo terminato di costruire gli ottomila alloggi previsti». Riferendosi poi alle critiche dallopposizione, Borghini ha aggiunto che «il regolamento parte sempre e comunque dal bisogno. Ci si potrebbe anche chiamare Borromeo e vivere da sei generazioni in Lombardia ma se non si ha il bisogno non si può fare domanda di case pubbliche. Eppoi il tema della residenza è un sentimento diffuso in Italia e in Europa». Borghini si è detto pronto a scommettere che «il Tar non avrà nulla da dire su questo regolamento» e che la residenza «è solo uno degli elementi per la graduatoria. Non abbiamo di certo risolto il problema della casa, ma di certo non abbiamo fatto nulla di cui vergognarci».
Il governatore Roberto Formigoni ha parlato di provvedimento allinsegna di «una maggiore trasparenza, semplificazione e razionalizzazione. Si tratta di una legge equilibrata, che «tiene conto di tutti i fattori che devono essere considerati per un tema come quello della casa». Quindi ne ha approfittato per lanciare un messaggio distensivo alla Lega, dicendo che lalleanza è «forte e seria» e dimostra che «quando si discute e si ragiona si arriva sempre a un punto daccordo. Mi auguro sia sempre così».
Da parte loro, i lùmbard hanno plaudito al via libera del consiglio. «Per anni - ha sottolineato il capodelegazione-assessore Davide Boni - la nostra gente si è vista scavalcare in graduatoria da norme assurde che favorivano gli ultimi arrivati. I 5 anni mettono finalmente un freno a questa iniquità». «Il centrosinistra - gli ha dato manforte il capogruppo di Fi Boscagli - prima di gridare allo scandalo vada a leggersi i regolamenti molto simili al nostro di regioni rosse come lUmbria».
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