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Cinque grandi sfide e tre immense delusioni

Fu la prima nazionale affrontata dagli azzurri (nel 1910). L’ultima vittoria nel ’78 in Argentina, poi solo sconfitte

Elia Pagnoni

La madre di tutte le partite. Nel senso che per il nostro calcio Italia-Francia rappresenta il primo appuntamento con la nazionale. Arena di Milano, 15 maggio 1910: la prima partita degli azzurri (per la verità allora ancora in maglia bianca con un nastrino tricolore) si gioca proprio contro i cugini francesi e la vittoria è sonante (6-2) anche se mancano tutti i campioni d’Italia della Pro Vercelli, squalificati per beghe di campionato. Italia-Francia, insomma, è l’inizio di una storia lunghissima che potrebbe portarci domani a un’altra tappa leggendaria.
Quello di Berlino sarà il quinto incrocio mondiale tra le due nazionali. La prima volta avvenne nel 1938, mondiale organizzato in casa dei francesi, con i fuoriusciti antifascisti che fischiano gli azzurri al loro esordio a Marsiglia con la Norvegia, ma che poi vengono conquistati da Meazza e compagni quando vanno a vincere a Parigi con i padroni di casa: sono i quarti di finale e la nazionale di Pozzo, campione in carica, passa con due gol di Silvio Piola nel secondo tempo, dopo che Colaussi e Heisserer avevano fissato il primo sull’1-1. I francesi si arrendono con tanto di «chapeau» e l’Italia vola verso il suo secondo mondiale. Per i cugini invece le beffe non sono finite, visto che un mese dopo anche Gino Bartali li farà arrabbiare conquistando il suo primo Tour.
La Francia calcistica resta lontana dagli orizzonti azzurri per decenni. Quando trova il suo momento migliore, in Svezia nel ’58, l’Italia non si qualifica. Così per ritrovare un confronto mondiale con i transalpini bisogna arrivare al 1978, 40 anni dopo lo «sgarbo» di Colombes. Si gioca a Mar del Plata, in Argentina, la prima partita della prima fase: passano appena 34 secondi e Zoff è già pietrificato dal gol lampo di Lacombe. Il mondiale azzurro è subito in salita, ma per fortuna ci pensano Paolo Rossi (praticamente debuttante) e Zaccarelli a rimettere le cose a posto.
Sembra la continuazione di una storia a senso unico, e invece quella del ’78 è l’ultima vittoria azzurra sui francesi che dal 1982 (2-0 in amichevole a Parigi con gol di Platini e Bravo) in poi cambiano ritmo. Ci ritroviamo di fronte ai mondiali dell’86, l’Italia è ancora campione in carica, ma Platini e Stopyra (2-0) la buttano fuori negli ottavi senza tanti complimenti.
Non finisce qui: nuovo appuntamento in Francia, mondiali del ’98, l’Italia di Maldini affronta i futuri campioni alla pari e resta sullo 0-0 per 120 minuti, anche se nei supplementari Roby Baggio va a cinque centimetri dal gol. Rigori e beffa atroce: sbaglia Lizarazu, sbaglia Albertini, poi Di Biagio centra la traversa. Italia a casa, Francia campione.
Ai mondiali la storia finisce qui, almeno fino a domani, ma nel 2000 c’è il tempo per raccogliere un’altra amarissima delusione nella finale degli europei a Rotterdam: Italia in vantaggio con Delvecchio, raggiunta all’ultimo minuto da Wiltord, poi David Trezeguet sfrutta la spietata regola del golden gol e inchioda Toldo dopo 13 minuti di tempo supplementare.

A Berlino sarebbe proprio ora di invertire la rotta.

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