Cipputi vuol lanciare l’«isola dei ferrosi»

«Mi vengono in mente opinioni che non condivido». «Ma tu ci pensi mai al futuro?», «Sì e non mi viene in mente niente». Sono alcune battute di Cipputi, la più celebre tuta blu nata trent'anni fa dalla penna di Altan che ora arriva a pensare ad un reality, «l'isola dei ferrosi», per dare «più appeal» alla categoria. L'Archivolto ne ha voluto festeggiare il compleanno realizzando uno spettacolo, «Cipputi, cronache dal bel paese», che l’altra sera ha inaugurato al Modena (Sala Mercato) la nuova stagione teatrale. Testo di Altan e Giorgio Gallione, che ne ha curato anche la regia avvalendosi di un ottimo e collaudato cast con Giorgio Scaramuzzino nei panni di Cipputi, affiancato da altri operai «storici», Eugenio Allegri, Simona Guarino, Orietta Notari, Aldo Ottobrino e Federico Vanni.

Fra ironia e riflessioni drammatiche, Altan e Gallione ripercorrono decenni di lotte in fabbrica, denunciano crudamente le assurdità del lavoro nelle catene di montaggio di ieri e di oggi: non solo la Fiat, ma anche le infernali fabbriche della Cina dove minorenni lavorano un interminabile numero di ore consecutive per pochi euro al mese per confezionare le scarpe con marchi famosi. Ancora, la tragedia dell'amianto. Poi arriva l'ironia di Cipputi che riflette ad alta voce sui mali d'Italia e sulle lotte di classe.

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