Politica

Cipriani, l’amico degli 007 con il pallino delle esportazioni

Simone Innocenti

da Firenze

Emanuele Cipriani, fiorentino, 46 anni, viene descritto come un personaggio dalle mille risorse. Molto amico di Giuliano Tavaroli, ex capo della sicurezza Telecom, Cipriani - finito sotto la lente d’ingrandimento dei finanzieri del Nucleo polizia tributaria di Firenze e dei carabinieri del Reparto operativo di Milano - in passato è stato anche console onorario della Nuova Guinea. Ma è con la Polis d’Istinto, agenzia di investigazioni private, che si «guadagna» l’attenzione dei pm Piacente, Napoleone e Civardi della Procura di Milano. Ha interessi in altre società e in un’immobiliare milanese, il cui socio viene poi sentito dal pm Napoleone. Si occupa di acquisto, vendita, intermediazione sia in Italia che all’estero di computer e loro componenti. Ma il suo «pallino» sono le informazioni.
Quello che le ultime carte degli investigatori non raccontano è una «tela» di conoscenze che difficilmente si riesce a dipanare. Eppure tra i consulenti di Cipriani spunterebbero anche persone di un certo interesse: un commercialista palermitano, il cui fratello è stato negli anni passati questore di Lucca; un altro commercialista milanese, Marcello Galtieri (anche lui arrestato), anche lui fratello di un ufficiale della Guardia di finanza, il figlio di un ex vicedirettore di banca. Tra i suoi contatti anche un ex agente della Dea che vive e lavora a Milano.
Storica l’amicizia tra Cipriani, che in passato è stato pure ex presidente di un poligono di tiro in provincia di Firenze, e Marco Mancini. Stando ad alcune indiscrezioni l’ex numero due del Sismi avrebbe addirittura utilizzato una macchina (una Audi A6 oppure A8) riconducibile proprio alla Polis d’Istinto.
Cipriani aveva probabilmente contatti anche con alcuni esponenti dei servizi segreti tramite l’amico Tavaroli, ex carabiniere. Quando scatta la perquisizione in casa dell’ex responsabile della sicurezza Telecom, finanzieri e carabinieri trovano e sequestrano un appunto con alcuni organigrammi riservati di «apparati statali».
Secondo i magistrati Cipriani aveva creato una «vera e propria ragnatela, parallela se non addirittura contrapposta a quella legale, per fornire al cliente le informazioni desiderate. Un piccolo esercito di investigatori, pubblici dipendenti infedeli, che lavoravano su suo mandato e che per denaro vendevano informazioni».
Secondo il giudice «l’enorme mole di informazioni e dati riservati, illegalmente ottenuti e memorizzati nell’archivio, archivio da fare invidia a un servizio segreto, rinvenuto nella disponibilità di Cipriani è per la stragrande maggioranza commissionata da uomini del gruppo Telecom e Pirelli e pagata con denaro proveniente da tali società».


In serata, la notizia che il prefetto di Firenze Andrea De Martino ha revocato a Cipriani la licenza «personale» per investigazioni penali.

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