Circa 170 gli interventi di soccorso effettuati sabato per malori, il traffico ha retto, anche perché la metro è rimasta aperta fino all’1.30 di notte «Live 8», il giorno dopo: ecco cosa «resta» Una città da pulire, tanto che 200 operatori dell’A

Circa 170 gli interventi di soccorso effettuati sabato per malori, il traffico ha retto, anche perché la metro è rimasta aperta fino all’1.30 di notte «Live 8», il giorno dopo: ecco cosa «resta» Una città da pulire, tanto che 200 operatori dell’A

Michela Giachetta

Quello che resta. Di una giornata storica. Di gruppi ritrovati. Di comizi improvvisati sul palco. Di numeri che al solito non coincidono (700mila i presenti secondo il sindaco Veltroni contro i 200mila della questura). Quello che resta il giorno dopo il «Live 8» è una città da pulire, tanto che oltre 200 operatori dell’Ama sono stati costretti a fare gli straordinari per raccogliere circa 160 tonnellate di rifiuti. Ma «resta» anche una città che ha retto a inconvenienti, chiusure delle strade, aperture della metro in orari insoliti, malori. Sono stati, complessivamente, circa 170 gli interventi di soccorso effettuati sul prato del Circo Massimo durante la giornata di sabato. A quanto si è appreso, il picco si è registrato fra le 18 e le 19.30 quando, al culmine di un pomeriggio di festa, oltre 100 persone sono dovute ricorrere alle cure dei sanitari per svenimenti provocati dal caldo. Gli interventi sono stati classificati con i codici bianco e verde, a significare la non particolare difficoltà dei casi. Ma qualcuno non ha retto nemmeno durante la serata e probabilmente non soltanto per l’emozione di essere dentro la Storia.
La macchina organizzativa del concertone mondiale, rodata dai funerali di Giovanni Paolo II e dall’elezione di Benedetto XVI, ha funzionato a pieno regime. Croce rossa italiana e 118 hanno fatto fronte ai malori, dovuti al caldo e alla stanchezza. I volontari della protezione civile del Comune hanno distribuito alla folla quasi un milione di bottiglie di acqua minerale e rinfrescato i giovani continuamente, nelle ore più calde, con spruzzi di acqua dalle autobotti del servizio giardini del Campidoglio. «La situazione è stata tranquilla per tutta la giornata - riferisce il direttore della protezione civile capitolina Patrizia Cologgi -. Divertimento e compostezza, una volta tanto, sono andati di pari passo». Più problematico il ritorno a casa, anche se è stato «a scaglioni», visto che qualcuno non ha aspettato la fine del concerto. Mentre i bambini di Povia ancora fanno ooh, molti, infatti, incominciano ad avviarsi verso casa. La zona intorno al Circo Massimo a vista d’occhio sembra pedonale, ma le prime macchine si vedono già verso mezzanotte. E per chi era senza mezzi? «La fermata della metro del Circo Massimo è chiusa - annuncia Red Ronnie dal palco durante la serata - ma potete scegliere se andare a Piramide o al Colosseo. Il sindaco ha garantito che rimarranno aperte fino all’1.30». Una semplice questione di scelta e poi via verso casa. Chi è rimasto fino alla fine, dopo l’ultima esibizione dell’Orchestra di piazza Vittorio, rimessi gli zaini in spalla e racimolate le proprie cose, qualche difficoltà in più in termine di traffico l’ha trovata, ma per una città che è sopravvissuta alla morte di un papa e a tutti gli arrivi connessi, è stata ordinaria amministrazione. Il prolungamento dell’orario per entrambe le linee della metropolitana, comunque, ha fatto registrare incrementi sia per le corse effettuate (127) sia per il numero dei passeggeri trasportati (61 mila). Lo ha reso noto ieri la stessa società Met.Ro.

Grande soddisfazione è stata espressa dal sindaco, Walter Veltroni, che ha sottolineato come «anche questa volta Roma ha fatto fare bella figura a tutto il Paese». Orgoglio locale, per un evento mondiale. È quello che resta del «Live 8», insieme a qualche tonnellata di rifiuti.

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