Il circo «onirico» di Benaglia

Nella sala più «segreta» dell’Auditorium, che affaccia sui ritrovamenti archeologici, in un silenzio ovattato, si muovono le figurette di carta del Circus di Enrico Benaglia. Il pittore allestisce uno spazio allungato e cubico con quadri e sculture sul tema del circo, in sintonia con il suo immaginario e carico di suggestioni infantili. La realtà è appesa ad un filo, tenace ma sempre sovvertibile in qualcosa di diverso, come il trapezio, la fune, il ciglio su cui volteggiano gli acrobati, più realistici dei personaggi stessi e fatti di una pittura spessa e concreta. Eppure raramente i sostegni svolgono la propria funzione fino in fondo; più spesso suggeriscono una partenza, una pista di lancio per un mondo che appartiene all’immaginazione e da essa trae forza e respiro. Gli attori di questo teatro surreale, come di consueto nell’artista, sono bidimensionali, rappresentano un aspetto dell’umanità cui viene sottratto peso e passione, come fossero ombre leggere, colorate e allegre in apparenza, fino in fondo dentro all’angoscia del vuoto e di una ricerca di senso che le acrobazie e la magia traducono in esperienza. La pittura spessa e corposa è in forte opposizione all’esilità dei protagonisti, subito rendendo palese che quella di Benaglia è un arte di contrasti, di guerre di attimi, presto pacificate dalla consapevolezza della fragilità delle cose, degli esseri umani. La vita e la morte, l’ineffabile e l’attesa, tra questi poli e condizioni le giostre scardinate che fanno un ultimo giro e gli angeli precipitati nel mezzo del palcoscenico flirtano con l’ignoto e lo rendono presente, e per niente rassicurante. Gli sfondi sono grigi, le quinte pesanti e scure, a volte aperte sul mare a rendere improbabile più che mai l’ambientazione. Ne Il mio circo su una piattaforma di giostra roteante si celebra una festa tutta onirica.

Il circo benagliano è una metafora visionaria della condizione umana, la storia dello sgomento e dello stupore di ognuno di fronte a ciò che non si sa e a ciò che si vuole trattenere. Ingresso libero. Fino al 23 maggio.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica