Circoscrizioni sprecone si muove il Comune: ora serve una riforma

La Moratti disposta a intervenire sulle Zone Pdl e Udc: «Bisogna cambiare prima del 2011»

Le strade da percorre sono due: la prima è una miniriforma delle circoscrizioni che prevede di dare da subito quattro deleghe ai consigli di zona (manutenzione delle strade, dei marciapiedi, il verde, etc.). Più l’elezione diretta del presidente. La seconda invece trasformerebbe i parlamentini in «occhi e orecchie» del Comune sul territorio, antenne sui quartieri in grado di riferire all’amministrazione centrale dove intervenire. «In questo caso, le Zone non eserciterebbero nessuna delega in via esclusiva, ma tutte in via sussidiaria. Ma delle due, l’una. È il momento di fare una scelta». Carlo Fidanza, parlamentare europeo e consigliere comunale del Pdl a Palazzo Marino interviene sul problema dei consigli di zona dopo l’inchiesta de il Giornale (che continuerà nei prossimi giorni). Con lui anche Pasquale Salvatore, capogruppo dell’Udc, il presidente Palmeri e il capogruppo della Lega Matteo Salvini. «Abbiamo posto la questione nell’ultima riunione di maggioranza con il sindaco - spiega Fidanza che insieme alla maggioranza sta lavorando a un documento -: non possiamo ripresentarci tra un anno e dire riformiamo i consigli di zona, quando già l’avevamo messo come punto per la scorsa legislatura e non l’abbiamo mai fatto. La Moratti era d’accordo a mettere mano alla riforma del decentramento». A dire la verità, con la Colli si era fatto. Ma poi si è arenato. «Sulla carta c’è un regolamento che risale alla giunta leghista - ribatte Salvini -. Basta applicare quello, non occorre inventare niente. Sono stato io a sollevare il problema delle zone: così come sono, non hanno senso di esistere. O si danno delle deleghe oppure si chiudono. La Moratti tiri le orecchie a qualche assessore che non vuole mollare niente». Nel caso si decidesse di creare un canale di comunicazione diretto fra amministrazione e territorio, continua Fidanza «non avrebbe più senso avere un assessore per il decentramento. La Moioli deve fare un intervento per il sociale? La zona 3 si rivolge direttamente a lei». E se i consiglieri non avrebbero più la prerogativa di elargire i fondi per le varie associazioni, acquisirebbero molta più credibilità agli occhi dei cittadini potendo risolvere concretamente dei problemi. La logica del decentramento, secondo Fidanza, è utile, ma allo stato attuale, non lo è fino in fondo per il cittadino. «Per i politici invece è una palestra. È naturale che siano dei bacini di consenso, è assodato. Se la gestione dei consenso la fai attraverso i contributi, hai soddisfatto ad una fame di consensi, ma non hai risposto alle esigenze dei cittadini. Mascaretti ha detto di aver fatto un tavolo con alcuni consiglieri comunali per studiare cosa fare. Ma ora non è più il tempo di studiare, bisogna fare». D’accordo anche il capogruppo a Palazzo Marino dell’Udc Pasquale Salvatore. «L’inchiesta de il Giornale mette alla luce alcune criticità di cui bisogna comunque tener conto, pur ricordando il lavoro importante dei consigli». Anche per lui, gli interventi sono due: riformare il regolamento che regola l’erogazione dei fondi per le attività sul territorio e porre un limite di mandato al presidente di zona. «Vale per il sindaco, deve valere anche per loro: divieto di terzo mandato». Tutto questo potrebbe sfociare in una miniriforma dei parlamentini.

«Se si riesce a dare alle Zone un dignità importante, nella prossima consiliatura non sarà più necessario un assessore al decentramento - conclude Salvatore -. Ora invece serve: si è mostrato desideroso di una miniriforma, potrebbe essere il primo assessore ad averla fatta».

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