Economia

Cirio, tempi lunghi per il processo

da Milano

Questioni preliminari, in particolare istanze di nullità di vari atti giudiziari, ancora al centro dell’udienza del gup di Roma Barbara Callari, che dovrà pronunciarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio di 46 indagati per il crac della Cirio durante la gestione di Sergio Cragnotti.
Il magistrato dovrebbe sciogliere le riserve su tutte le questioni poste nella prossima udienza del 22 dicembre. Precedentemente erano stati ammessi come parti civili tutti gli obbligazionisti vittime del dissesto del gruppo agroalimentare. Il giudice non aveva invece accolto le costituzioni di parte civile delle diverse associazioni dei consumatori. Secondo le stesse associazioni, sarà comunque possibile costituirsi parte civile quando il procedimento sul crac arriverà di fronte al giudice, una volta che gli imputati saranno stati rinviati a giudizio.
Intanto è stato fissato un fitto calendario (22 dicembre, 23 febbraio, 23 marzo, 6 e 20 aprile, 18 maggio, 15 giugno e 19 luglio) delle udienze prima di decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio. Per numerosi imputati, specie quelli incensurati, che dovessero essere condannati nell’eventualità di un processo, il cui inizio non è preventivabile prima di un anno, si profila comunque l’applicazione dell’indulto.
Ieri sono proseguite le eccezioni delle difese che sostanzialmente si sono associate a quella sollevata dall’avvocato Lorenzo Contrada, del collegio di Sergio Cragnotti, secondo cui sarebbe nullo l’avviso di conclusione delle indagini per il tardivo deposito di alcuni atti. L’udienza del 22 dicembre sarà ancora dedicata alle questioni preliminari su cui il Gup si dovrà pronunciare.
I reati contestati ai 46 personaggi finiti sotto inchiesta vanno dalla bancarotta per distrazione, documentale, preferenziale e patrimoniale, alla truffa.

I fatti al vaglio del Gup riguardano, oltre al mancato pagamento dei 9 bond emessi dal 30 maggio 2000 al 31 maggio 2002, anche distrazioni di denaro, creazione di «scatole vuote», i premi pagati alla Lazio campione d’Italia 2000, l’affare Eurolat.

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