«Milano è una cozza signore, brutta come una cozza, ma poi è anche buona come una cozza. Anzi, signore, Milano è un chilo di cozze che prima ne prendi una, poi un’altra, poi un’altra ancora e non ti fermi più (...) Ogni tanto, tra tutte le cozze che ci stanno in giro, magari te ne capita una più brutta delle altre, ma dentro tiene una perla, signore, e là Milano ti fa pazzo, ché la perla a Milano non te l’aspetti».
Fabio Greco, rappresentante di prodotti farmaceutici e autore del racconto «Milano è una cozza» del quale abbiamo anticipato alcune righe, è uno dei tanti «narratori per caso» che pur facendo tutt’altro nella vita, si sono confrontati con il lato più creativo e irrinunciabile di ogni ricerca sociale: il racconto. Come lui, imprenditori, commercianti, impiegati di banca, casalinghe e studenti universitari hanno preso carta e penna e raccontato, attraverso il proprio vissuto, Milano e il suo territorio, a partire dai sogni, dalle aspettative e dalle delusioni che i cambiamenti sociali, economici e culturali hanno determinato in loro. Il risultato è una breve antologia di storie, curata dallo scrittore Luca Doninelli e pubblicata in questi giorni da Guerini e Associati, che prende il titolo proprio dal racconto di Greco, il testo più poetico e originale dell’intera raccolta.
«L’idea – spiega Doninelli – mi è venuta durante i corsi di Etnografia narrativa che da qualche anno tengo all’Università Cattolica e alla scuola di scrittura, di cui sono direttore, del Centro Culturale di Milano. Ho invitato i miei allievi, che non sono solo studenti ma persone di tutte le età, interessi e professioni, a usare tutta la forza della narrativa, la tecnica, l’immaginazione, per raccontare i luoghi dell’odierna metropoli, una realtà fatta di cambiamenti enormi, dove succedono molte più cose di quante i giornali possano raccontare». Così è nato il primo volume di una collana, «Le nuove meraviglie di Milano», che da qui all’Expo 2015 racconterà quel rapporto tra città e territorio già individuato da Bonvesin De La Riva nel 1288 con il celebre saggio «De magnalibus urbis Mediolani». «In quel libro – spiega Doninelli - Bonvesin de la Riva scrive una cosa verissima: che Milano si considera sempre con il suo territorio. I suoi confini vanno ben oltre le cerchia murarie, acquatiche o comunali. Basti pensare all’abazia di Chiaravalle: dove si trova se non in terra ambrosiana?». Il primo volume, «Milano è una cozza», è una galleria di nove storie - cui si aggiungono due scritti dello stesso Doninelli, il primo dedicato al quartiere di Brera, il secondo al Duomo e alla Gran Guglia – che riflettono il sogno di chi, venuto a Milano dal Sud Italia, non vede l’ora di tornare al paese d’origine, ripromettendoselo inutilmente ogni giorno e ogni anno che passa; o la sorpresa di come la costruzione di una strada, la Provinciale 46, possa rivelare un lato sconosciuto di un vecchio borgo come Bollate; o ancora l’amarezza per la triste sorte di un multiplex della Brianza, nato con grandi ambizioni e oggi abbandonato alle ortiche. Non mancano i cambiamenti «in positivo», come la realizzazione del Villoresi, da canale agricolo a monumento artistico; né aspetti curiosi dell’abitare contemporaneo o delle nuove abitudini alimentari (la sushi-mania, le «case dell’acqua», l’happy hour, il kebab). «Milano – continua Doninelli - è una città che in passato si è molto raccontata. E non mi riferisco solo alla letteratura, ma alle “canzoni della mala”, al teatro, al cabaret, a personaggi come Jannacci, i Gufi, il primo Gaber o il primo Dario Fo. Poi c’è stato il silenzio. Con questo progetto ho voluto provare a colmarlo, attraverso il racconto plurale dei luoghi in cui viviamo, del cambiamento che avviene sotto i nostri piedi, delle dinamiche, dei conflitti ma anche delle cose belle, narrate però non come avviene nei giornali, inviando un cronista sul posto; ma attraverso le esperienze, le biografie, i destini di chi in quei luoghi ci abita da anni e li vive sulla propria pelle». Ne emerge lo spaccato di una metropoli complessa, policentrica, multietnica, contemporanea e insieme nostalgica, che è appunto la Milano di oggi.
Una città «in metamorfosi» che, a seconda dello sguardo e della capacità di ascolto, svela lati sconosciuti, angoli dimenticati, risvolti inediti e mai scontati: quelle «perle» che, come scrive Greco, «a Milano non te l’aspetti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.