LA CITTÀ IN OSTAGGIO

«No Tav». I segni dell’ultimo corteo sono (ancora) sui muri di banche, negozi, palazzi, centraline dell’elettricità. In via Settembrini - era il 9 marzo - i residenti di un condominio sono scesi di corsa dalle scale per piazzarsi davanti al palazzo e proteggerlo dall’assalto delle bombolette. I manifestanti volevano esprimere tutto il loro dissenso contro il passaggio ferroviario che deturperebbe la Val Susa. Con quale mezzo? Devastando Milano. Coprendola di scritte ingiuriose, da corso Venezia, a corso Europa, piazza Fontana, via Mascagni. Odio che in questo, come altre manifestazioni, si mischia a quello contro istituzioni, giornalisti, forze dell’ordine. «Terroristi», «Nessuno spazio ai fascisti», «Acab». Messaggi di morte che si uniscono agli sgorbi vecchi e nuovi: tag, imbrattamenti di ogni genere. Persino il presidente di Assoedilizia giorni fa lanciando l’allarme degrado è arrivato a incoronare Milano capitale dei graffiti. Se Achille Colombo Clerici ha ragione, non è un primato di cui andar fieri. O - sostiene il consigliere del Pdl Fabrizio De Pasquale che è anche il presidente dell’Associazione nazionale Antigraffiti - «per una parte della giunta e del consiglio comunale forse è un vanto, non sembra avere alcune fretta di cancellare le scritte anti-Tav o contro la destra dai muri della città. Un mese dopo i segni del corteo sono ancora lì e si sono aggiunti nuovi slogan offensivi, forse non vogliono “distrurbare“ chi li ha scritti». Ammicca ai consiglieri e assessori più vicini al mondo dei centri sociali. Come il Cantiere che due giorni fa ha presentato il conto al sindaco Giuliano Pisapia, occupando Palazzo Marino contro un convegno a cui avrebbe partecipato tre ore dopo il procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli. Si aggiunge l’imbrattamento - non politico ma selvaggio - delle carrozze della metropolitana. Un fenomeno «in aumento - sottolinea De Pasquale - pare che con l’aumento dei mezzi in circolazione dopo Area C, molti treni di notte vengano tenuti in linea invece che ai depositi. I pendolari protestano, i vetri ele porte sono completamente ricoperti, non si leggono le fermate». E il fenomeno «pone anche interrogativi preoccupanti: come è possibile che i writers abbiano accesso così facile ai treni? Se fosse un altro genere di criminali?». Atm che gestisce i trasporti assicura che l’azienda punta molto sulla prevenzione, potenziando video-sorveglianza e controlli in stazioni e depositi. E sui vagoni vengono applicate pellicole protettive, per rimuovere più facilmente le scritte.
Il problema graffiti è complesso. Tra il 2007 e il 2009 il Comune governato dall’ex sindaco Moratti ha investito circa 25 milioni per cancellare le scritte da monumenti, sedi comunali e private. Venne istituito un Nucleo del Decoro urbano per cogliere in flagrante i vandali e svolgere indagini sul web (spesso dopo un’«impresa» i writers corrono a vantarsi sui siti di riferimento). Il pool di vigili anti-graffiti ne ha denunciati almeno 70. Il servizio di pulizia veniva svolto invece dall’Amsa, Palazzo Marino lo aggiudicò in via diretta all’azienda in house ma dopo il ricorso presentato da una società, tre anni fa il Consiglio di stato ha bloccato l’affidamento senza gara. E Amsa precisa infatti che da allora gli operai non hanno più ripulito muri pubblici: i camion escono su richiesta ad hoc dei privati o per i servizi concordati dai condomini con abbonamento annuale. «Ci auguriamo che il Comune lanci al più presto un bando per la rimozione dei graffiti, noi parteciperemo» assicura la società. Ma in Comune, vuoi anche i problemi di bilancio, non si sta muovendo una foglia. Il consigliere Pdl De Pasquale ricorda che «l’amministrazione deve comunque intervenire per cancellare frasi ingiuriose, razziste o che offendono il pudore». Un onere in capo all’assessorato al Demanio, che per questi casi, e «solo su edifici pubblici», si sta avvalendo delle imprese con cui ci sono appalti aperti di manutenzione. Ma la coperta è corta. E il risultato è sotto gli occhi di tutti, turisti compresi: muri sommersi di scritte.


De Pasquale attacca la giunta che coccola i writers come artisti: «Il nucleo speciale funzionava, ma ora non vengono pagati gli straordinari e i ghisa non escono più di notte. Si riprenda e si studi un’azione comune con la magistratura, con l’affidamento dei colpevoli a lavori socialmente utili. Come la pulizia del degrado».

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