Nautica

"Cittadella nautica", avanti tutta

L’ambizioso progetto, strategico per lo sviluppo e la valorizzazione del porto di Ravenna, è stato voluto dalla Autorità portuale e appoggiato da Ucina. Avrà un’area di 85 ettari per un investimento di oltre 340 milioni

"Cittadella nautica", avanti tutta

Restituire ai cittadini grandi spazi di territorio sulla scia delle grandi città come Londra, Rotterdam e Londra. Ma anche Genova. Territorio bagnato dal mare. In grado, quindi, di attrarre anche turismo nautico. In questa filosofia - non è mai troppo tardi - si colloca la «Cittadella della Nautica e dell’Innovazione»: un sistema di interventi per il recupero dei waterfront e delle aree dismesse presenti nelle cosiddette «Sei miglia della nautica». Che poi sono i 12 chilometri compresi tra la darsena nel cuore di Ravenna e lo sbocco a mare del Canale Candiano dove sono situate le marine della costa romagnola. Il progetto si inserisce in un più ampio programma di interventi che l’Autorità Portuale sta realizzando per riqualificare il waterfront a ridosso del porto canale di Ravenna. È prevista la riconversione di un’area per complessivi 85 ettari, un tempo utilizzata da un impianto petrolchimico (Agip, ex Sarom), con l’obiettivo primario di potenziare le infrastrutture e i servizi portuali e valorizzare appieno la vocazione turistica e nautica del territorio ravennate. Il progetto ruota attorno a un nuovo canale interno, largo tra i 40 e i 60 metri, che si dirama dal Candiano. I cantieri saranno collocati tutti di fronte alle darsene interne. «Il progetto - dice Giuseppe Parrello, presidente dell’Autorità Portuale di Ravenna - non è solo immobiliare, ma un sistema a sostegno dell’industria. A progetto completato la “Cittadella” sarà in grado di ospitare 3.250 imbarcazioni. Ma siamo anche molto attenti alla piccola nautica: stiamo infatti realizzando anche uno scivolo con parcheggi e anche un porto a secco». L’area è stata pensata come sistema integrato dedicato alla cantieristica ma anche all’articolato indotto (l’80% delle imbarcazioni è attualmente prodotto in outsourcing). Ci saranno, infatti, un centro di formazione professionale, un alebrgo con centro congressi, un centro direzionale per la ricerca sui nuovi materiali e laboratori di sperimentazione. Insomma, un vero «tecnopolo». «Il distretto nautico di Ravenna - aggiunge Parrello - è ambizioso. Abbiamo già concluso un accordo con Eni (proprietaria di 55 ettari, ndr), mentre altri 30 sono dei privati coinvolti nell’iniziativa. L’impegno è importante, con circa 300 milioni di investimenti privati e oltre 40 pubblici. Tutte le fasi, ovviamente, vengono discusse insieme con il ministero dello Sviluppo economico e soprattutto con Ucina, che ha sostenuto con forza questa iniziativa». Nell’ambito del progetto, infatti, un ruolo importante è stato svolto dall’Osservatorio Nautico Nazionale (promosso da Ucina Confindustria Nautica con Provincia di genova, l’Università e l’Accademia Italiana della Marina Mercantile), chiamato a valutare «la coerenza della strategia e degli obiettivi con le caratteristiche delle zone interessate, nonché l’impatto ambientale. Le situazioni di cui tale valutazione tiene conto riguardano la competitività, l’innovazione, le piccole e medie imprese, l’occupazione e il mercato del lavoro, l’ambiente e la parità fra uomini e donne». Si tratta, dunque, di una importante risposta alle esigenze degli operatori della nautica con l’obiettivo di analizzare e approfondire gli aspetti territoriali, produttivi, economici, di mercato e legislativi, legati alla nautica e al turismo da diporto. L’Osservatorio svolge anche progetti e studi su commessa, e partecipa a gare e a concorsi pubblici.

Oltre all’attività istituzionale, l’Osservatorio mette a disposizione di Enti pubblici, nazionali e locali, associazioni e operatori del settore le sue capacità di ricerca per l’analisi di singoli territori, segmenti e tipologie turistiche, attraverso la predisposizione di studi mirati.

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