Cittadini sul piede di guerra contro il chiosco della discordia

Cittadini sul piede di guerra contro il chiosco della discordia

Gli abitanti di via Cecchi, nel quartiere della Foce, promettono già battaglia: quel chiosco non s'ha da fare. Tutto è cominciato qualche mese fa, quando, fra le due fila di alberi che occupano la corsia centrale della strada, è sorto un cantiere per la costruzione di una struttura che, a breve, ospiterà un chiosco-bar. Che, a quanto sembra, avrà la possibilità di tenere aperti i battenti fino a tarda notte. Chi abita sopra lo slargo non vede di buon occhio questa iniziativa che potrebbe richiamare, soprattutto nelle afose serate estive molti, troppi avventori. Proprio sotto le finestre dei residenti. La richiesta per la costruzione del chiosco è stata presentata agli uffici del comune di Genova due anni fa. Dopo l'iter previsto l'autorizzazione è arrivata nel 2008. La struttura ora è pronta e il taglio del nastro sembra imminente. «Il quartiere ha promesso battaglia e io con loro - spiega Aldo Praticò, capogruppo a palazzo Tursi per Alleanza Nazionale -. Il problema - aggiunge - è che manca una regolamentazione precisa in merito». Il consigliere comunale chiede che vengano chiariti i criteri che regolano l’attività di questo tipo di chioschi. E precisa: «Ben vengano se sono ben frequentati, contribuiscono a tenere in vita una via, ma devono abbassare le serrande ad orari adeguati per non dare fastidio ai residenti, specie quelli più vicini alle abitazioni».
Dato il via alla prima struttura ora il Comune prenderà in esame anche le altre domande presentate con progetti simili. Lo farà, questa volta però, attraverso un bando di gara. «Non è giusto - commenta Praticò -.

Il primo chiosco è stato autorizzato senza bando, quelli a venire sì. Il dubbio sorge spontaneo: come sempre si fanno figli e figliastri?». Sulla questione Praticò ha presentato un’interrogazione urgente perché se ne discuta la prossima settimana in sede di consiglio Comunale.

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